“La sostanziale depenalizzazione del reato di stalking, che entrerà in vigore il 4 agosto, è inconcepibile, così com'è inconcepibile che si possa stabilire il risarcimento senza consultare la vittima, ma sulla base di criteri non ben definiti. Inoltre, non è accettabile che ancora una volta venga scaricato sulla donna il peso della decisione della denuncia irrevocabile, con la conseguenza che molte donne sarebbero portate a non denunciare: infatti, la vittima di episodi minori di aggressività dovrà porsi la domanda se, visto che una volta aperto il procedimento esso andrà avanti d’ufficio, sia il caso o meno di sporgere denuncia”.
 
Le segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil Puglia, unitamente alle associazioni che gestiscono i centri antiviolenza in Puglia (Giraffah Onlus, che gestisce il centro “Paola Labriola”, Safya di Polignano, cooperativa sociale comunità San Francesco, RiscoprirSi, Renata Fonte a Lecce, cooperativa sociale Crisi, centro mobbing e stalking Uil) hanno espresso con forza, nel corso di una conferenza stampa congiunta, la propria preoccupazione per la mancata modifica dell’articolo 162 ter del codice di procedura penale, che fra qualche giorno entrerà in vigore e potrà essere applicato ai procedimenti in corso, vanificando di fatto il lavoro svolto fino ad oggi dai centri antiviolenza pugliesi, che hanno accolto le donne e seguito con loro il percorso di rielaborazione dei traumi che le ha autodeterminate a sporgere la  querela.
 
"Noi non ci fermiamo – ha dichiarato Antonella Morga, della segreteria Cgil Puglia – e quello di oggi è solo il nostro primo grido di allarme. Investiremo le segreterie nazionali per fare pressione sul governo affinché intervenga quanto prima e ritiri questo obbrobrio legislativo. Chiediamo la convocazione di un tavolo interministeriale: lavoro, giustizia interni e pari opportunità insieme alle rappresentanze dei centri antiviolenza e delle associazioni, per costruire un impegno che deve essere una presa in carico vera del tema della violenza sulle donne”.