Brusco calo delle domande di pensione nelle Marche nei primi nove mesi del 2012 con 2.483 domande in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e quasi dimezzate le domande di pensione di anzianità. Sono questi i drammatici effetti, spiega lo Spi Cgil marchigiano, delle “recenti e pesanti manovre finanziarie che hanno assunto la veste di riforme previdenziali di cui hanno fatto le spese migliaia di lavoratori e lavoratrici”.

I dati, forniti dall’Inps Marche ed elaborati dall’Ires Cgil Marche, mostrano che nei primi nove mesi del 2012 sono state complessivamente accolte 10.328 domande di pensione, rispetto alle 12.811 domande accolte nello stesso periodo del 2011: dunque si registra un calo del 19,4 per cento. Oltre alla riduzione delle domande di pensione di vecchiaia, che passano da 3.571 a 2.679 (-25 per cento), rilevante è il crollo delle domande delle pensioni di anzianità: da 3.363 a 1.883, per una riduzione del 45,5 per cento.

“Questi dati confermano che gli interventi sul sistema pensionistico degli ultimi anni sono serviti per fare cassa con le pensioni piuttosto che garantire la sostenibilità e l’equilibrio del sistema. E anche la recente riforma Monti-Fornero è ispirata alla stessa logica”, dichiara Emidio Celani, segretario regionale del sindacato pensionati della Cgil. “La Cgil e lo Spi Cgil – continua Celani - hanno espresso da subito un giudizio profondamente negativo su tali interventi per gli effetti pesanti prodotti sui giovani, sui lavoratori e sui pensionati. Il tutto creando anche la questione dei cosiddetti esodati cioè di quei lavoratori che rischiano di rimanere senza pensione e senza stipendio a causa della riforma Monti-Fornero”.