Le segreterie regionali di Slp Cisl, Slc Cgil, Uilposte, Failp Cisal e Confsal comunicazioni hanno proclamato la mobilitazione  di categoria contro l'ipotesi di una nuova fase di privatizzazione di Poste Italiane. Perciò è stata organizzata ad Ancona, per sabato 2 luglio, una manifestazione regionale, con partenza del corteo alle ore 10.30, davanti alla sede regionale di Poste Italiane, con un'assemblea pubblica in piazza del Plebiscito. 

I sindacati esprimono completa contrarietà sulle recenti notizie circa l’avvio di una seconda tranche di collocamento sul mercato del capitale di Poste Italiane. "Il completo collocamento in Borsa dell'azienda è frutto di una scelta senza spiegazioni industriali, ma solo per fare cassa e arginare il debito pubblico. Dopo la svendita dello scorso ottobre del 35%, un ulteriore 35 di Poste Italiane è passato sotto il controllo, forse solo temporaneamente, di Cassa Depositi e Prestiti, mentre il restante 30 sembra destinato solo per poco a rimanere nelle mani del ministero dell'Economia".

"Nonostante i dubbi sollevati dalle scelte del management, le tante sentenze che hanno bocciato la politica delle chiusure selvagge degli uffici postali, oggi il governo sta tentando di smantellare, con la disinvoltura che lo caratterizza, sottovoce e nella generale indifferenza e nel disinteresse della politica, delle istituzioni pubbliche e degli stessi mass media, uno degli ultimi importanti pezzi del patrimonio pubblico al servizio della collettività. Se Poste Italiane, che sino ad oggi ha svolto un importante servizio sociale, attraverso i suoi uffici presenti su tutto il territorio nazionale, periferie comprese, fosse consegnata al mondo della speculazione finanziaria e alle logiche che lo caratterizzano, perderebbe per sempre quella identità sociale che finora l’ha fatta considerare la prima cellula istituzionale del Paese", concludono i sindacati.