La Filcams Cgil aderisce allo sciopero generale indetto dalla Cgil per il 12 dicembre, per manifestare la propria contrarietà alle proposte del governo in materia di lavoro e ai provvedimenti inseriti nella legge di Stabilità.
“Il nostro obiettivo è quello di supportare e tutelare le lavoratrici ed i lavoratori dei nostri settori, migliorando le loro condizioni di lavoro, ma ci sembra che le modifiche al mercato del lavoro proposte non vadano in questa direzione.” È quanto afferma Maria Grazia Gabrielli, segretaria generale della Filcams, la categoria del terziario, turismo e servizi, in questi giorni impegnata con le proprie strutture ad organizzare le iniziative territoriali dello sciopero generale.

“Il Paese – prosegue la dirigente sindacale – ha bisogno di interventi concreti di prospettiva, che diano futuro e fiducia ai cittadini lavoratori”. Non solo annunci quindi, ma reali interventi che possano cambiare l’andamento economico negativo degli ultimi anni, investendo sul lavoro e sulla professionalità. Gli 80 euro in busta, se pur tentativo positivo, non sono bastati a rilanciare i consumi cosi come ipotizzato “e il settore del commercio soffre sempre di più. I consumi non sono cresciuti, le aziende continuano le strategie di contenimento del costo del lavoro con conseguenze negative soprattutto sui lavoratori”.

Il turismo e il patrimonio culturale italiano, potrebbero diventare volano per la nostra economia, se fossero individuati e pianificati interventi mirati e investimenti reali, “Cultura e turismo un binomio strategico – spiega Gabrielli –: infatti, la Filcams ha lanciato una campagna itinerante #JobArt con la cultura si cresce, proprio per riportare l’attenzione su un settore poco considerato, ma che può e deve contribuire al rilancio del Paese”.
Anche nei servizi, un settore in cui lavorano molti italiani e migranti, la Filcams da tempo richiede diversi tipi di interventi.

“La strategia di tagli lineari fin qui condotta ha pesanti conseguenze, sulla qualità dei servizi ai cittadini e su chi opera nel settore sia pubblico che privato, con un continuo calo dell’orario di lavoro. Il lavoro quindi è sempre più precario, anche economicamente, e difficilmente sarà possibile ricominciare a crescere con queste prospettive. “Vogliamo farci sentire, quindi, vogliamo, con la nostra azione, dar voce alle lavoratrici e ai lavoratori, e alle loro esigenze; e vogliamo che il Governo le ascolti, senza andare dritto per una strada che si allontana dai cittadini”, conclude Gabrielli.