È allarme per la presenza di schiume gialle sul litorale tirrenico, dovute pare, alla paraffina utilizzata per la pulizia delle stive delle navi. "Anche sulle navi esistono norme e piani sicurezza che non possono ignorare regole sullo smaltimento, come mai nessuno segnala le violazioni commesse?". A domandarselo è Patrizia Villa, responsabile ambiente della Cgil di Livorno, secondo la quale è "facile capire come il lavoratore ricattato non possa esigere la correttezza delle procedure". 

"Da sempre sosteniamo che chi crea danni debba pagare - scrive Villa - specie quando colpisce i beni comuni. Un pensiero semplice quasi banale, che produce invece iter infiniti e interventi troppo spesso inutili o tardivi, oltre a costituire un costo aggiuntivo per la collettività. Un triste e consueto rituale quando si parla di ambiente e responsabilità a qualsiasi titolo". 

A questo punto, secondo la Cgil di Livorno, "un'indagine è d'obbligo, la prevenzione un dovere". Eppure, secondo il sindacato, "l'individuazione dei responsabili, in un'epoca in cui le telecamere sono un occhio invisibile che vede ogni cosa, pare un obiettivo irraggiungibile. La tecnologia 4.0 deve interessare in primis le pratiche virtuose, non è possibile che per una contravvenzione automobilistica si usino telecamere, rilevatori, strumentazioni avanzate e non ci si attrezzi per un controllo adeguato su cosa incrocia i nostri mari. Notizie su nubi gassose, olii, saponi e rifiuti di ogni genere popolano i media da troppo tempo. L'educazione al rispetto dei beni comuni passa anche dall'efficienza ed efficacia di chi gestisce i processi". 

Nello specifico attuale delle schiume gialle, il problema, secondo il sindacato, non è solamente il disturbo ai bagnanti e al turismo, ma anche un "dramma per le specie che popolano le zone interessate e le preziose aree protette". "Lo smaltimento, una volta che l'Arpat ha verificato che i materiali non sono pericolosi per la salute - continua Villa - viene posto in braccio ai sindaci, quindi a tutti noi. Può questo trasformarsi in un ulteriore, preteso e obbligatorio aumento di carichi di lavoro per gli operatori ecologici? Ad avviso delle Cgil non serve perseguitare i lavoratori con richieste al di sopra delle loro forze, serve responsabilizzare, formare, investire ed eseguire controlli efficaci, non di facciata". 

"Potremmo anche pensare di risolvere con l'utilizzo della forza lavoro inerte, mortificata e senza prospettive - prosegue la dirigente della Cgil livornese - Lavoratori in astensione forzata dal lavoro od ospiti dei centri immigrati, potrebbero eseguire la raccolta semplice, tutti ovviamente compensati adeguatamente con i proventi delle multe comminate ai responsabili. Come mai - conclude Villa - tanti ostacoli per soluzioni che sono sotto gli occhi di tutti? Ci aspettiamo risposte adeguate e comprensibili, interventi corretti e responsabili da parte delle autorità preposte. Non polemiche, ma fatti e risposte".