E' ripreso il presidio davanti ai cancelli dello stabilimento Saras di Sarroch, dove tre operai sono morti asfissiati martedì. Prosegue così lo sciopero proclamato per tutta la giornata di ieri da Cgil, Cisl, Uil. I metalmeccanici si asterranno dal lavoro fino a domani e riprenderanno l'attività lunedi' prossimo, ma stamane fra le centinaia di persone davanti al piazzale davanti alla Saras ci sono anche edili e chimici, categorie non coinvolte nello sciopero.

Intanto, i sindacati hanno avviato la macchina della solidarietà e stanno organizzando una sottoscrizione fra i lavoratori a favore dei familiari delle tre vittime, Daniele Melis, Gigi Solinas e Bruno Muntoni, che ha lasciato moglie e figli.

Tornano a parlare anche i Moratti,
proprietari della raffineria sarda. "Certamente saremo presenti al funerale - dicono in un'intervista Gian Marco e Massimo Moratti, presidente e amministratore delegato della Saras - anche perché noi vogliamo capire perché è accaduta una sciagura come questa".

Comunque, per i Moratti, che ieri hanno incontrato i familiari delle vittime, "non è stato un incidente, non c'è stato un cedimento". L'impressione dei petrolieri lombardi è che si sia trattato di una "questione di procedure, ma sarà l'indagine a dare una ricostruzione esatta", hanno precisato i Moratti, convinti comunque che le morti "potevano essere evitate".