“Sui cantieri non si muore per fatalità, ma per una cattiva organizzazione del lavoro e per la scarsissima formazione dei dipendenti. Il caso o la sfortuna non esistono”. A dirlo è il segretario generale della Fillea Cgil Campania Vincenzo Sannino, in una conversazione con il Mattino, invitando a non abbassare la guardia: “Le cifre che indicano un leggero calo degli infortuni possono generare un messaggio fuorviante, ossia che l’emergenza è finita. Tutt’altro: 48 morti e quasi 20 mila infortunati in Campania solo nei primi otto mesi del 2008 sono ancora troppi”.

Il dirigente sindacale punta l’indice soprattutto sui controlli, giudicati insufficiente per quantità e organizzazione: “Troppo pochi gli ispettori dell’Inail per controllare 30-35miIa aziende edili presenti in Campania, molte delle quali con due o tre addetti al massimo. Una possibilità di controllo una volta ogni 10-15 anni, così le aziende restano impunite”. In conclusione, Sannino chiede anche più vigilanza sul rischio amianto: “Ho visto morire molti miei colleghi per mesoteliomi, carcinomi e asbestosi, e le loro mogli, colpevoli solo di aver lavato senza protezioni le tute da lavoro dei mariti, consumarsi giorno dopo giorno per una malattia che non lascia scampo. Serve al più presto una bonifica di tutti i luoghi contaminati”.