Oggi (12 dicembre) è sciopero dei lavoratori della sanità privata in Lazio, Veneto, Emilia Romagna e Campania. Domani, 13 dicembre, sarà la volta di Lombardia, Umbria, Val d'Aosta, Alto Adige, Molise e Trentino. Il 14 dicembre braccia incrociate in Basilicata, Sicilia, Toscana, Puglia e Friuli. Il 15 dicembre è sciopero in Piemonte.

Una grande mobilitazione, quella proclamata dalla Cgil, che nei prossimi giorni coinvolge tutte le Regioni italiane. Ieri si sono già fermate Marche, Liguria, Abruzzo, Calabria e Sardegna. La protesta è contro il mancato rinnovo dei contratti nazionali, da parte di due delle tre associazioni datoriali, Aris e Aiop, bloccati da cinque e sette anni.

In ballo però c'è molto di più. Lo spiega in una dichiarazione Maurizio Frigeri, della segreteria della Fp Cgil in Emilia, interessata oggi dallo sciopero. Aris e Aiop "stanno smontando pezzo per pezzo" la contrattazione nazionale, a suo avviso. I datori "puntano alla sua progressiva cancellazione introducendo nuovi accordi al ribasso, che escludono la Cgil a favore di Cisl, Uil e Ugl e spacchettano i contratti nazionali con l'intento di risparmiare. Una situazione inaccettabile come abbiamo scritto in una lettera all'assessore regionale alla Sanita', Carlo Lusenti. Il punto - aggiunge il sindacalista - è che temiamo una deregulation al ribasso".

"Il contratto non è una merce", con questo slogan la Funzione pubblica spiega la mobilitazione a livello locale. Quindi gli obiettivi del sindacato: "la difesa dei posti di lavoro e il rinnovo di tutti i contratti nazionali della sanità privata e per aumentare i salari; il contratto di settore e un sistema di regole che garantisca democrazia, partecipazione e ruolo alle lavoratrici e ai lavoratori; la difesa della qualità dei servizi a tutela della salute dei cittadini".