Settantadue assemblee di categorie territoriali, undici di categorie regionali, sei quelle delle Camere del lavoro. Una vasta consultazione rivolta a circa 4 mila tra quadri e delegati dalla quale è scaturito “un dibattito ricco e costruttivo sui temi del documento ‘Il Lavoro È’, con una condivisione dei contenuti confermata con un giudizio largamente positivo anche dall’assemblea generale della Cgil regionale”. Per Pino Gesmundo, segretario generale della confederazione pugliese, “si è trattato di una grande prova di unità e confederalità, che – grazie anche al metodo innovativo e partecipativo scelto dall’organizzazione nazionale – rafforza la democrazia interna. Dalla discussione è emerso con chiarezza il lavoro svolto dalla Cgil sia a livello nazionale che regionale, con la costruzione di proposte di valore che hanno trovato consenso e sostegno oltre gli iscritti e il mondo del lavoro, hanno parlato all’intera società italiana perché mettere al centro dell’azione il lavoro e i diritti significa parlare la lingua della democrazia, dello sviluppo, dell’unità del Paese”.

Un’azione, quella della Cgil, che in Puglia si è inserita nella cornice di riferimento delle proposte della confederazione nazionale. “Abbiamo declinato il Piano del lavoro e Laboratorio Sud in chiave regionale, costruendo con le categorie e le Camere del lavoro la nostra piattaforma ‘Sviluppo, Ambiente, Lavoro’, per la crescita sostenibile e l’occupazione. Affrontando le vertenze produttive nei territori, per una loro soluzione positiva, ma impegnandoci anche affinché possano migliorare le situazioni di contesto”, continua Gesmundo. Da qui l’impegno ai tavoli regionali per indirizzare risorse significative verso obiettivi molto specifici “come la cura del territorio, la difesa del manifatturiero, soprattutto indirizzando gli investimenti verso la ricerca e l’innovazione tecnologica; gli investimenti sul turismo strettamente collegati agli interventi per le infrastrutture culturali, nella logica di un rapporto stretto tra attrattori turistici, attrattori culturali e attrattori naturalistici; una modalità del tutto nuova di costruire il Piano di sviluppo rurale in un settore, l’agroalimentare, che è notoriamente uno dei settori che più contribuisce al Pil della regione e alla creazione del lavoro”, spiega il segretario della Cgil Puglia.

Complessivamente tra risorse comunitarie, Patto per la Puglia, Contratto istituzionale di programma per Taranto, Patto per le città metropolitane e Programmi operativi nazionali “la nostra regione ha a disposizione per un settennio risorse pari ad oltre 12 miliardi di euro. Quindi paradossalmente rischiamo di trovarci nella condizione che, mentre chiediamo, giustamente con il nostro documento, di aumentare le risorse destinate al Mezzogiorno portando almeno al 45 per cento i trasferimenti in conto capitale dello Stato verso le regioni del Sud Italia dall’attuale 34,5 per cento, non siamo poi nella condizione di spendere quanto già abbiamo. E questo non può e non deve accadere”, sottolinea il sindacalista.

Un impegno per il lavoro che in Puglia per la Cgil ha significato anche grande attenzione al tema dei giovani, “costretti a emigrare per fuggire da lavoro povero, precario, grigio e nero. Abbiamo promosso una campagna di informazione e sindacalizzazione dal titolo ‘Passa in Cgil’ rivolta alle figure atipiche, che sta ora viaggiando nel territori. Sviluppo del Mezzogiorno e occupazione giovanile sono fondamentali per dare un futuro a questo paese e risposte a chi vive al Sud”, aggiunge. Un'attenzione che non è “mai mancata da parte della Cgil nazionale, unico soggetto della rappresentanza a spingere su questi temi con analisi e proposte. Un’attenzione al Mezzogiorno testimonianza anche dalla scelta di Lecce, una conferma, per le Giornate del lavoro e di Bari quale sede per il prossimo congresso nazionale”.

La Cgil pugliese è inoltre impegnata “per estendere diritti e welfare e garantire la loro esigibilità. Abbiamo lavorato, anche seguendo quel che sono state le indicazioni della Conferenza, a una riorganizzazione che, insieme ai progetti e agli investimenti operati in modo cospicuo e mirato in tutti i territori della regione, in collaborazione con Camere del lavoro e categorie, sta producendo effetti positivi sull’intero sistema dei servizi delle tutele individuali e sul proselitismo, grazie al forte radicamento dell’insediamento territoriale che abbiamo”.

Molto forte, ricorda il segretario generale Pino Gesmundo, “è stato e continua ad essere l’impegno per garantire il fondamentale diritto alla salute dei cittadini, con proposte concrete e rivendicazioni rivolte alla Regione Puglia, pari all’impegno riservato in tutti i territori alla contrattazione sociale e all’assistenza per il Reddito di Dignità. Azioni che portiamo avanti in maniera unitaria”.

Puglia che come il resto del paese vive una fase di confusione politico-istituzionale “che rischia di aggravare le già preoccupanti condizioni economiche e sociali, in particolare al Sud. Per questo siamo convinti che è quanto mai importante che la Cgil rafforzi la sua autonomia e dia continuità al suo impegno programmatico fatto di proposte concrete, come quelle presenti nel Documento. La mobilitazione in difesa della Costituzione e il Referendum del 4 dicembre 2016 ha rappresentato l’impegno forse più alto contro lo stravolgimento dell’assetto costituzionale a danno dei diritti inalienabili in essa sanciti, come il lavoro e la sua dignità, la giustizia sociale, contro le povertà per una giusta redistribuzione della ricchezza, per combattere le disuguaglianze e le vecchie e nuove povertà, per garantire il diritto alla rappresentanza e alla contrattazione, il diritto allo studio e alla scuola pubblica, per garantire le libertà e la democrazia riaffermando il valore dell’antifascismo e contro ogni forma di razzismo”.