“Un governo da mesi colpevolmente immobile che soltanto adesso, a quanto pare, sembra aver capito la gravità della situazione. Mentre le regioni, altrettanto colpevolmente, si sono mosse in ordine sparso. Se davvero si ha intenzione di agire, lo si faccia adesso”. Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl rispondono così alle parole del ministro della Pubblica amministrazione, Marianna Madia, che ha assicurato che in caso di inadempienza delle regioni, sarà lo stato a farsi carico degli esuberi di province e città metropolitane.

"Sono mesi che incalziamo governo e regioni sul riassetto dei servizi alle comunità locali – proseguono le sigle confederali –. Il risultato è che il processo di riordino delle province e delle città metropolitane versa in una situazione di totale caos, tra la progressiva cancellazione dei servizi offerti ai cittadini e la compromissione dei livelli occupazionali e retribuitivi dei lavoratori. Una situazione imputabile principalmente all'operato di un governo che, in tutti questi mesi, ha sovrapposto le esigenze di cassa al necessario ridisegno delle funzioni provinciali e alla riallocazione delle professionalità. Il tutto con l'esito, ben chiaro dall'allarme lanciato ieri dalla Corte dei Conti, di un deterioramento delle finanze e di una compromissione dei servizi e del lavoro".

"Le tardive parole della ministra Madia non ci sollevano. Il governo deve attivarsi per risolvere una situazione intricata prima del dissesto, così come le stesse regioni devono, per quanto compete loro, affrontare il tema del trasferimento di funzioni e fare di questo una priorità. Per quanto ci riguarda, la mobilitazione che con i lavoratori abbiamo avviato in questi mesi prosegue, e s'intensificherà nei prossimi giorni, a livello nazionale e territoriale, specie in quei territori che andranno al voto. C'è bisogno di scongiurare urgentemente quella paventata catastrofe che il prelievo di un primo miliardo da parte dello Stato, previsto dai tagli della legge di stabilità, produrrà alla fine di questo mese. Tutelando per questa via servizi, lavoratori e cittadini", concludono i sindacati del pubblico impiego.