Una volta, alle rubriche dei giornali le gente scriveva per problemi di cuore, per parlare di sport, di costume, di politica. Ma da circa un anno e mezzo, su Il Tirreno, c'è una rubrica settimanale (lavoro@iltirreno.it) dove si parla di lavoro. Dove la gente (centinaia di persone) scrive per cercarlo, per capire come proporre la propria professionalità, come accedere a degli ammortizzatori o a dei concorsi. A volte, si scrive anche per sfogarsi. Perché spesso non bastano nemmeno un paio di lauree, tanta buona volontà e disponibilità per trovare uno straccio di impiego. Un universo di 'senza lavoro', che racconta la frantumazione, anche psicologica, di un mondo che spesso non sa più a chi rivolgersi. E allora va bene anche un sindacalista magari mai visto, al quale mandare una lettera e chiedere lumi. Questo sindacalista è Daniele Quiriconi, responsabile del mercato del lavoro di Cgil Toscana. E l'esperienza della rubrica è finita in un libro intitolato “Lettere dall'Inferno - Il lavoro in Toscana attraverso le lettere a il Tirreno”, che sono riproposte sotto forma di diario. Il libro è edito da Fvl e Settegiorni, e scritto dallo stesso Quiriconi (che l'ha arricchito di riflessioni su politica, lavoro e sindacato) con la collaborazione della giornalista Giovanna Mezzana.

Il libro (prefazione di Roberto Bernabò, ex direttore del Tirreno e postfazione di Serena Sorrentino, con un contributo di Gianfranco Simoncini) sarà presentato domani, martedì 18 novembre, alle 17,30, a Pistoia presso il museo Marino Marini (palazzo del Tau, corso Silvano Fedi n° 72): presenti Daniele Quiriconi, Giovanna Mezzana, Gianfranco Simoncini (assessore regionale al lavoro), Serena Sorrentino (segreteria Cgil Nazionale),
Alessio Gramolati (segretario generale Cgil Toscana) e il sindaco di Pistoia Samuele Bertinelli. Sarà anche un'occasione per parlare delle politiche del governo in materia di lavoro e delle prossime iniziative della Cgil (giornata di mobilitazione regionale il 28 novembre, sciopero generale il 5 dicembre).

“È un libro sulla solitudine – sostiene Quiriconi –. La solitudine dei disoccupati, di chi  non incontra sul suo cammino reti, relazioni, soggetti che possano, più profittevolmente di quanto può fare uno sconosciuto che ti risponde su un giornale, aiutare a  orientarti in un periodo di difficoltà. È anche un lavoro sullo spreco di intelligenze, di conoscenze, di esperienze. Parole e storie che impongono una riflessione a politica e sindacato”.