"Dunque i veri responsabili dei mali del Paese sono le pensioni e l'egoismo dei pensionati: si vogliono impossessare del “malloppo”, come la Banda Bassotti". E' quanto dichiara Bruno Pizzica, segretario generale Spi Cgil Emilia-Romagna, che spiega: "La sentenza della Corte Costituzionale che giudica incostituzionale il blocco della perequazione delle pensioni superiori a tre volte il minimo per gli anni 2012-2013, ha provocato una specie di assalto alla diligenza dei pensionati: non è la Fornero ad aver sbagliato, varando una norma incostituzionale; sono i pensionati i colpevoli, perché reclamano (si aspettano) l'applicazione della sentenza. Nessun mezzo mediatico è trascurato pur di provocare un vero e proprio senso di colpa su chi potrebbe beneficiare della sentenza".

"Ma chi sono questi affossatori del Paese? - si chiede Pizzica - L'Espresso di questa settimana pubblica dati precisi dell'Osservatorio sulle pensioni dell'Inps: 3.731.626 sono persone che fruiscono di un assegno sociale o di invalidità civile, con importo medio di 421 euro mensili: 4.613.886, sono ex lavoratori autonomi, con un importo medio mensile di 753 euro; 9.094.510 sono ex lavoratori dipendenti, con un importo medio di 1.026 euro mensili. Sono chiari i numeri? Stiamo parlando di queste persone con importi medi al di sotto della soglia di povertà certificata dall'Istat. E' a queste persone, anziane nella quasi totalità, che Monti-Fornero bloccarono le pensioni: furono loro, quelli dei 1000 euro al mese se va bene, ad essere chiamati a sanare le casse del Paese".

"Siamo consapevoli che il numero fa premio e che quindi la sentenza della Corte provocherebbe un forte aggravio per i conti dello Stato, ma vogliamo dirlo che di questi si tratta, non della Banda Bassotti? E vogliamo dirlo che parte di queste pensioni vanno ai figli e ai nipoti, ai giovani? Chiediamo alla ineffabile professoressa Fornero: il risparmio realizzato con il suo provvedimento incostituzionale è stato destinato ai giovani? Non se n'è accorto nessuno. E vogliamo dirlo che sono sempre questi pensionati (le donne soprattutto) a supplire alla mancanza di servizi per l'infanzia e per i non autosufficienti, spesso facendosi carico di rette per le strutture residenziali che girano attorno ai 50 euro al giorno? E quando parliamo di anziani che rinunciano a curarsi perché non reggono ticket e costo dei farmaci, non sono sempre quei pensionati e quelle pensionate? Noi crediamo sia ora di chiuderla questa polemica assurda: il Governo - prosegue Pizzica - ha adottato una prima misura con criteri al momento difficilmente comprensibili, ne prendiamo atto ma la vicenda è aperta, perché la sentenza resta largamente inapplicata. Forse un passaggio potrebbe essere utile: aprire un confronto, in e con tempi in linea con la “fretta” del premier, come si fece con Prodi e poi con Letta. Ma a quel punto ci sarebbe un riconoscimento di ruolo al sindacato e chissà se Matteo Renzi lo sopporterebbe", conclude.