Un piazzale centrale del paese di Montelepre,  lungo la via Falcone e Borsellino,  sarà intitolato domani alle ore 11 a  “Portella della Ginestra” quale atto di solidarietà e vicinanza della comunità di Montelepre alle vittime della mafia,  al movimento contadino, al movimento sindacale. “E’ un fatto estremamente  significativo  che il Comune di Montelepre, sciolto per mafia e commissariato,  attribuisca dopo tanti anni di distanza tra le due realtà, una piazza alle vittime della strage di Portella della Ginestra – dichiara Enzo Campo, segretario della Camera del Lavoro di Palermo -  E’ un riconoscimento importante di carattere  sociale, culturale e identitario  di un episodio  tragico  della nostra  storia, un riconoscimento collettivo della realtà dei fatti dovuto  alla memoria del movimento contadino e sindacale che è parte integrante della storia d’Italia. E speriamo che questo possa finalmente riavvicinare i due paesi, Montelepre, la città del bandito Giuliano autore della strage, e Piana degli Albanesi”. 

Alla cerimonia alla quale partecipano la Cgil di Palermo e la Camera del Lavoro di Montelepre,   sarà presente Emanuele Macaluso, presidente del comitato direttivo regionale della Cgil, che interverrà prima dell’intitolazione della piazza. E aggiunge    Nuccia Gaetani, responsabile della Camera del Lavoro di Montelepre: “Finalmente a Montelepre un piazzale per ricordare le vittime di Portella. Per il paese è  sicuramente un atto di sentita solidarietà nei riguardi di Piana degli Albanesi, che speriamo possa aprire la strada per  un riavvicinamento.  Ma rappresenta anche un momento di riscatto di quei cittadini che hanno subito la prepotenza mafiosa. A Montelepre vanno ricorda ti anche  tutti quei cittadini,  compagni e sindacalisti, che hanno lottato contro la mafia e per questo  hanno perso  la vita. Morti ammazzati anche da Turiddu Giuliano, mano  armata della mafia. Anche Montelepre è  da considerare vittima della banda,  per il terrore di quegli anni, ma anche per le tante uccisioni e ferimenti ai danni di persone colpevoli di non avere dato protezione ai suoi componenti. Alcuni abitanti  ancora oggi portano i segni degli agguati”.