"La sentenza del Consiglio d'Europa, che ha accolto il ricorso della Cgil nazionale sulla discriminazione dei medici e degli infermieri non obbiettori e sulla sostanziale disapplicazione della Legge 194, conferma senza ombra di dubbio la denuncia sui mezzi di informazione che come Camera del Lavoro di Padova abbiamo avanzato appena due mesi fa, i primi giorni dello scorso febbraio". Lo scrivono in una nota Alessandra Stivali e Gloria Berton (segreteria provinciale Cgil Padova), Paola Fungenzi (segreteria provinciale Fp Cgil), Rosanna Bettella (segretaria generale Spi Cgil Padova).

"Se quanto affermato dalle Istituzioni comunitarie è vero per l'Italia - prosegue la nota - lo è ancor di più per la nostra città, dove in ospedale sono appena 2 i medici disposti a praticare l'interruzione di gravidanza. In sala operatoria sono solo un paio gli spazi settimanali dedicati alla programmazione di questo tipo di interventi. Non va molto meglio nel resto del territorio provinciale. Se a questo si aggiunge la destrutturazione dei consultori territoriali, siamo di fronte ad una clamorosa violazione della legislazione nazionale sulla gravidanza consapevole e sulla salvaguardia della salute delle donne".

"Abbiamo in più occasioni, anche con una lettera ufficiale, chiesto ai vertici della Sanità padovana i numeri sui consultori e sull'obiezione di coscienza, ma non abbiamo ricevuto risposta - conclude la nota - Oggi, di fronte ad un pronunciamento così solenne, torniamo a pretendere chiarezza e rispetto per la libertà di scelta delle donne".