È svenuto sul posto di lavoro dopo aver battuto violentemente la testa contro un braccio meccanico, ma le linee produttive non si sono fermate. È successo alla Sevel di Atessa e a denunciare il fatto (avvenuto mercoledì 12 aprile) è stata la Fiom Cgil di Chieti, che ha anche reagito immediatamente con uno sciopero, dalle 7,45 alle 8,45, nello stabilimento del Ducato per denunciare la questione sicurezza e contestare, ancora una volta, "il metodo Sevel che mette l'interesse della produzione prima del valore delle persone". 

"Ad accorgersi di quanto era successo", riferisce in una nota il segretario provinciale della Fiom Davide Labbrozzi, "sono stati i colleghi che hanno dato immediatamente l’allarme. Ancor prima che i soccorsi arrivassero, il responsabile Ute ha chiesto ai lavoratori presenti di ignorare l’accaduto, di far finta di non vedere il corpo a terra e di riprendere il lavoro". "Un atto inaccettabile", sottolinea la Fiom, "che contestiamo duramente. L’adesione allo sciopero è la prova che sono tutti d’accordo sulla protesta, che mira a ridare un senso al lavoro in Sevel: l’individuo viene prima della produzione. Come Fiom torniamo a chiedere un confronto che mai come oggi è necessario per ristabilire il giusto valore della qualità della vita in Sevel".