La Fiom Sardegna si costituisce parte lesa nel processo che chiarirà cause e responsabilità della morte dei tre operai il 26 maggio scorso alla Saras. Ieri (22 giugno) il segretario generale regionale Mariano Carboni ha firmato le procure per la costituzione della Fiom come parte civile. Un segnale netto da parte dei metalmeccanici che, a poco più di un anno dall’incidente mortale, chiedono tempi stretti delle procedure giudiziarie e chiarezza su quanto è accaduto a Sarroch.

“Il 26 maggio è una data che segna un discrimine netto perché sulla sicurezza nel lavoro non si transige – ha detto Mariano Carboni – non ci può essere nessuna giustificazione, nessun alibi quando accadono fatti come quelli di Sarroch, non ci possono essere impedimenti affinché non accada mai più”. Un ragionamento che vale ancora di più in questo periodo di crisi nel quale “stiamo sperimentiamo tutti i giorni tentativi di prepotenza da parte delle imprese, piccole e grandi”. Il riferimento va inevitabilmente all’accordo Pomigliano, che il sindacato considera un pessimo esempio per la volontà della Fiat di dividere i lavoratori piuttosto che favorire una trattativa condivisa.

La sicurezza sul lavoro deve sempre restare la priorità, alla Saras come in tutte le aziende. Per questa ragione i metalmeccanici stanno portando avanti una battaglia culturale dentro le fabbriche, insieme agli operai, e un confronto con i datori di lavoro, con un’attenzione particolare al settore degli appalti, a rischio per i ribassi delle gare.  Alla guida della Fiom regionale dal congresso dei metalmeccanici dal 2 marzo, Mariano Carboni chiarisce in modo inequivocabile la linea dei metalmeccanici in Sardegna, anche per sgombrare il campo da eventuali aggressioni a diritti ineludibili : “Non serve tagliare i costi ma investire sulla salute e sulla sicurezza perché sono priorità che rendono più realistici anche i discorsi sulla produttività”.