Non si ferma la mobilitazione dei metalmeccanici per il rinnovo del contratto. In tutta Italia si stanno infatti svolgendo le quattro ore di sciopero proclamate a livello territoriale. Oggi (lunedì 18 luglio) è il turno di Firenze: Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil hanno organizzato presidi davanti alle principali aziende e alla Prefettura, dove si tiene un incontro tra una delegazione unitaria e i sindaci dei Comuni della Città metropolitana. Alla manifestazione fiorentina partecipa anche Maurizio Landini, segretario generale della Fiom Cgil nazionale.

Martedì 19 luglio scenderanno in piazza i metalmeccanici di Lecco, Osimo-Castelfidardo (sit-in davanti alla sede di Elica), Pisa (presidio davanti ai cancelli della Piaggio) e Verona (concentramenti davanti alle acciaierie ex Riva e a Ponte Fior di Rosa), mentre mercoledì 20 toccherà a Cremona (presìdi davanti alle sedi di Ata, Bosch e Marcegaglia), Padova (sciopero di otto ore e corteo da via degli Scrovegni a piazza dei Signori) e Roma (manifestazione in piazza del Campidoglio). Giovedì 21 stop ad Ancona (presidio ai cantieri navali), mentre venerdì 22 è il turno di Lucca (sciopero di otto ore e sit-in davanti la sede di Confindustria), Aosta (sciopero alla Cogne Acciai Speciali e aziende dell’indotto). Già fissati nuovi appuntamenti: Mantova (martedì 26) e Valle d'Aosta (29 luglio).

Il braccio di ferro tra sindacati e industriali (Federmeccanica e Assistal) continua. Finora si svolti ben 16 incontri, ma le posizioni sono rimaste molto distanti. L’impegno di Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil – spiegano in una nota – è oggi rivolto “a un nuovo contratto nazionale, tanto più per cogliere i segnali di ripresa e favorire una nuova fase di rilancio e innovazione del nostro sistema manifatturiero industriale,  investendo sulla qualità del lavoro”. I sindacati ribadiscono quindi “la volontà di giungere a un contratto in grado di rinnovare qualitativamente le relazioni industriali, migliorare le condizioni di lavoro, tutelare l'occupazione, far ripartire gli investimenti e avviare una nuova politica industriale”.

Il nodo principale è l’aumento salariale. “La proposta formulata da Federmeccanica e Assistal – spiegano le organizzazioni dei metalmeccanici – non riconosce al 95 per cento dei lavoratori alcun aumento, rendendo così inutile e residuale il contratto nazionale”. I sindacati, infine, rimarcano la necessità di confermare “il sistema su due livelli, con il ruolo generale del Ccnl sulle normative e sulla tutela del potere d'acquisto del salario, insieme alla qualificazione e all’estensione della contrattazione di secondo livello (aziendale e territoriale) per tutte le persone che lavorano nelle imprese metalmeccaniche”.