"In un paese dove l’abbandono scolastico è elevato, siamo ancora al 17% (la media europea è del 12%), dove la percentuale dei laureati è del 22,4% (nell'Ue è del 36,9%), invece di scegliere di investire sul futuro dei nostri ragazzi e del Paese, si prosegue con il taglio al diritto allo studio. La Regione Lombardia si appresterebbe a tagliare dal bilancio: 27 milioni su istruzione e formazione professionale, 13 milioni per l’università, 4 milioni per le scuole dell'infanzia". Così Tobia Sertori, segretario generale Flc Cgil Lombardia.
 
"Se il taglio di 27 milioni venisse attuato si dimezzerebbe l’offerta formativa attuale, da 694 classi prime a poco più di 300. A rischio, poi, oltre 500 posti di lavoro dei dipendenti delle agenzie formative, su un totale di 1.700 addetti. Il previsto taglio di 13 milioni sull’università avrebbe ricadute pesanti sul diritto allo studio per gli studenti", avverte il dirigente sindacale.

"La crisi economica e occupazionale che il Paese vive ormai da anni ha coinvolto molte famiglie, la cui situazione economica non riesce in molti casi a garantire il proseguimento degli studi universitari dei figli. Borse di studio, prestito libri, accesso alle mense, accesso alle residenze universitarie, contributi a favore dei meno abbienti, consentivano agli studenti in situazioni economiche difficili di poter accedere all’università. Se l’Italia vuole uscire dalla crisi, portando ai livelli europei il numero dei laureati, deve investire e non tagliare su questo settore", ammonisce ancora il leader della Flc regionale.

"Gli studenti universitari lombardi si stanno mobilitando e la Flc Lombardia è al loro fianco. Come sindacato, chiediamo alla Regione scelte politiche che garantiscano il diritto allo studio e sostengano l’istruzione, la formazione, l’università e la ricerca. Il futuro riparte da qui", conclude Sertori.