ROMA - “È l'evoluzione del sindacato di strada. Andiamo tra i lavoratori nelle rotonde presidiate dai caporali, davanti alle fabbriche in crisi, nelle piazze di piccole e grandi città, in tutti i luoghi più caldi del paese. La tenda è un simbolo di accoglienza, è l'idea di una casa comune per chiunque ha bisogno di essere ascoltato e aiutato. Vogliamo radicarci sul territorio, mettiamo le radici e non ci muoviamo da là”. Si chiama Ci mettiamo le tende la nuova campagna della Flai Cgil che parte oggi da Roma. A spiegarne il senso è il segretario generale della sigla di categoria, Stefania Crogi.

 

 

Comincia così un lungo viaggio. La settimana prossima una delle tende (in totale sono dieci) sarà piantata a Latina – luogo centrale per gli stagionali dell'agricoltura – per parlare di legalità. Poi sarà la volta della Sicilia e via via tutta l'Italia. Sul sito della Flai c'è una pagina con tutte le tappe, mentre per i social l’hashtag è #cimettiamoletende. I temi sono quelli tradizionali per un sindacato storicamente impegnato in prima linea nelle battaglie sul caporalato (vedi il caso di Rosarno). Ma sarà anche una campagna trasversale. Si parlerà di migranti (“andrei domattina con la tenda al Brennero per impedire la costruzione di quel muro”, sottolinea Crogi); del Ttip, l'accordo transnazionale che limita i controlli sul rispetto delle regole e riduce il costo del lavoro; e ovviamente si parlerà di pensioni, rilanciando la mobilitazione unitaria di Cgil, Cisl e Uil per cancellare una volta per tutte la legge Fornero.

Non potevo neppure andare al bagno altrimenti mi lasciavano a casa una settimana (Roland Ammond, facchino)

Roland Ammond è un facchino della Castelfrigo, Modena, comparto carni. “Ci lavoro da nove anni, all'inizio non potevo neppure andare al bagno altrimenti mi lasciavano a casa una settimana. Abbiamo fatto una lotta durissima con nove giorni di sciopero e alla fine siamo riusciti vincere la nostra battaglia”. È per storie come queste che la Flai ha ideato questa campagna. Per rispondere e sostenere lavoratrici come Antonietta Botta, bracciante di Salerno: “Ho iniziato nelle serre a 16 anni – racconta –, ora ne ho più di cinquanta. Ma davvero qualcuno pensa che potrò stare piegata sulla schiena dalla mattina alle 6.45 fino alle due e mezzo del pomeriggio tutti i giorni fino a 66 anni? Per non parlare della busta paga: se mi ribello qualche volta, il padrone dell'azienda mi dice stai casa, è così”. Iuri Tanzi invece è un operaio forestale di Arezzo: “Ci vedono come inutili, parassiti, eppure siamo un presidio essenziale contro le calamità naturali, gli incendi. Ora i nostri stipendi sono a rischio per colpa dei tagli delle Regioni, e con essi a repentaglio c'è l'incolumità dei cittadini nel caso di eventi catastrofici”.

 

 

Le tende, rigorosamente rosse, saranno anche luogo di raccolta firme per la Carta dei diritti della Cgil alla quale la Flai ha dato un contributo importante su temi come appalti e voucher. “Una campagna – sottolinea il segretario confederale Serena Sorrentino – con tre significati importanti. In primo luogo è un presidio per i diritti, ce n'è tanto bisogno in agricoltura per la legalità e la sicurezza, specie se il sistema pubblico arretra; secondo, sarà un'occasione di incontro per condividere i problemi e portare solidarietà laddove ce n'è più bisogno; ultimo ma non meno importante, risponde a una domanda di accoglienza”.