La pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto legislativo sui lavori usuranti (in vigore dal 26 maggio marzo) riconosce anche il lavoro notturno dei medici dipendenti tra le mansioni che danno diritto alla pensione anticipata. Per ottenere i benefici, fino al 31 dicembre del 2017 i medici con almeno 35 anni di contribuzione dovranno aver effettuato almeno 7 anni di lavoro notturno negli ultimi 10 di attivita', compreso l'anno di maturazione dei requisiti.

Dal 2018, ferma restando la quota dei 35 anni di contributi, la soglia si innalzerà alla metà della vita lavorativa. Matura, sempre su richiesta, un anno di anticipo della pensione il medico che ha svolto da 64 a 71 notti l'anno, due anni di anticipo da 72 a 77 notti l'anno, tre anni oltre le 78 notti.

"Per la prima volta - dichiara Massimo Cozza, segretario nazionale della Fp Cgil medici - per i medici ospedalieri c'è il riconoscimento di lavoro particolarmente usurante, se svolto anche di notte per circa 6 turni al mese, ferie escluse. Per i medici si tratta di un primo risultato concreto, anche se parziale e con limitazioni- aggiunge Cozza- dopo circa venti anni di inutili tentativi per il riconoscimento di alcune specificità".