“Cari compagni – recita la circolare confederale n.1363 del 18 ottobre 1955 – la segreteria della Cgil ha deciso che ‘Notiziario Cgil’ sia trasformato, a partire dal 1° dicembre dell’anno in corso, in ‘Rassegna sindacale’, quindicinale di informazione, orientamento e dibattito. Con questa decisione la segreteria confederale vuole venire incontro alle numerose richieste dei sindacati e delle Camere del lavoro e alla esigenza, non più prorogabile, di mettere a disposizione dei quadri e dei dirigenti di ogni istanza una pubblicazione che, accanto all’indispensabile compito di informazione e di documentazione, assolva anche quello dell’orientamento, attraverso l’elaborazione e il dibattito delle questioni sindacali più importanti del momento. La nuova pubblicazione della Cgil si propone di contribuire con i suoi scritti, le sue polemiche, i suoi giudizi a dare una chiarificazione sulle condizioni, le forme, gli obiettivi delle lotte che devono condurre i sindacati unitari” (la circolare, pdf).

Dal 1944 alla nascita di “Rassegna sindacale” la confederazione vive un’intensa stagione di politica editoriale e dell’informazione, inaugurata, nell’anno della Liberazione, dalla nascita de “Il Lavoro”. Il 24 gennaio 1945, a pochi mesi dalla ricostruzione del sindacato unitario, la Cgil dà vita a un proprio organo di informazione dalla titolazione evocativa “Il Lavoro”: “L’uscita di questo nuovo giornale – affermano Giuseppe Di Vittorio, Achille Grandi e Oreste Lizzadri – segna una data nella storia sociale d’Italia. Non è un giornale qualunque che inizia le sue pubblicazioni: è il giornale di tutti i lavoratori italiani (...) Lavoratori di tutta Italia: con la creazione di questo giornale, vi abbiamo dato una bandiera che è vostra. Amatela, difendetela, contribuite a portarla sempre più in alto e più avanti”.

La durata del quotidiano è in realtà breve, ma termina le pubblicazioni preannunciando la creazione di un settimanale che meglio possa corrispondere alle esigenze e ai mezzi della Confederazione. Il 29 febbraio 1948 viene dato alle stampe il primo numero di “Lavoro”, organo settimanale della confederazione, a otto pagine, formato “lenzuolo” a rotativa nel 1948; a 12 pagine, formato ridotto a rotativa nel 1949. “Uno strumento – secondo le parole dello stesso Di Vittorio – di difesa del lavoro italiano, manuale e intellettuale, uno strumento delle sue lotte e delle conquiste: è la bandiera della grande famiglia unitaria dei lavoratori italiani d’ogni professione, d’ogni corrente politica e d’ogni fede religiosa di tutte le nostre regioni”.

Se ufficialmente l’esperienza di “Lavoro” è avviata nel 1948, è nel 1951 che il periodico, in concomitanza anche con l’arrivo in redazione di Gianni Toti, inizierà il suo vero percorso di rinnovamento, divenendo un caso editoriale unico nella storia sindacale, un rotocalco popolare dal taglio moderno ed elegante, perfettamente in grado di competere, per la raffinatezza delle illustrazioni e la qualità della veste grafica, con le riviste di attualità più in voga nell’Italia degli anni cinquanta.

Nel luglio 1947, intanto, era stato dato alle stampe il primo numero del “Notiziario della Confederazione generale italiana del lavoro” (“Notiziario della Cgil” dal 1951), quindicinale dal formato rigido e freddo, dal taglio pesante e ufficiale, deliberatamente privo di qualsiasi costruzione giornalistica, sostituito nel 1955 dalla più agile “Rassegna”: una testata elaborata e scritta soprattutto da sindacalisti, tagliata su un modello di comunicazione prevalentemente testuale più che iconografico su argomenti di tipo sindacale, dapprima quindicinale poi mensile.

A dirigere il quindicinale viene chiamato chi aveva già avviato la trasformazione del “Notiziario Cgil” in uno strumento più esplicitamente a connotato giornalistico: Antonio Tatò, già direttore del “Notiziario”, con la collaborazione di Spartaco Silvestri come segretario di redazione. Il giornale era suddiviso in due parti: la prima costituita da alcune rubriche, fisse e saltuarie: “Articoli”, “Note e polemiche”, “Recensioni”, “Segnalazioni”, “Lettere e quesiti a Rassegna”. La seconda, intitolata proprio “Notiziario”, suddivisa in: “Attività sindacale”, “Attività parlamentare”, “Documentazione” e, a volte, “Leggi e giurisprudenza”. In apertura di questa seconda parte, era presente anche la rubrica “Quindici giorni”. Questa formula a “due sezioni” rispondeva proprio all’esigenza di avere a disposizione un organo di stampa che fosse nello stesso tempo uno strumento di dibattito, orientamento, di formazione e documentazione.

Si legge nel documento “Per la trasformazione di ‘Rassegna sindacale’ da periodico quindicinale in rivista mensile (22 maggio 1957)”: “Dopo un anno e mezzo di vita, il giudizio raccolto nelle Camere del lavoro, nelle Federazioni di categoria, nei sindacati e nelle Leghe, nonché presso persone e in ambienti esterni alla Cgil nei riguardi del contenuto, della formula e dell’utilità di 'Rassegna sindacale' è generalmente favorevole e positivo. Questo generale consenso tuttavia non si è tradotto in un progresso apprezzabile della diffusione …”.

Per ovviare a ciò, la segreteria confederale sancisce il passaggio di “Rassegna sindacale” da quindicinale in mensile (dopo circa un anno di elaborazione e pianificazione il primo numero mensile di “Rassegna sindacale” uscirà nel febbraio-marzo 1958) e stabilisce la costituzione di un Comitato di redazione con il compito di elaborare collegialmente la linea della rivista e di discuterne e fissarne il contenuto mese per mese. La segreteria decide, inoltre, di istituire a fianco del Comitato di redazione un gruppo di corrispondenti o collaboratori fissi da scegliersi tra i quadri delle principali Camere del lavoro, sindacati o Leghe provinciali e di articolare il contenuto della rivista in quattro sezioni distinte (leggi il documento, pdf).

Tutte queste soluzioni vengono profondamente riviste nell’autunno del 1962 quando “Lavoro” cessa le pubblicazioni. Una volta chiuso il settimanale diventa evidente al gruppo dirigente confederale che una “Rassegna” mensile non può più essere sufficiente. Il Comitato esecutivo del 13 ottobre delibera formalmente la chiusura di “Lavoro” e simultaneamente la decisione di far tornare “Rassegna Sindacale” (che passa alla “S” maiuscola) alla periodicità quindicinale, con un formato editoriale più grande (leggi il verbale, pdf).

Ilaria Romeo è responsabile dell'Archivio storico Cgil nazionale