Al via a Bologna oggi (lunedì 19 novembre) il XII congresso della Cgil Emilia Romagna. L'assise, che si conclude mercoledì 21, è intitolata "Una regione europea. Integrata, solidale, sostenibile per una piena e buona occupazione". Dopo l’intervento molto applaudito del presidente emerito dell’Anpi Carlo Smuraglia, sono iniziati i lavori veri e propri dell’assise regionale (cui partecipano 704 delegati) con la relazione del segretario generale uscente Luigi Giove. Una relazione ricca e articolata che ha affrontato molte tematiche, di carattere sia internazionale, con un’attenzione particolare alla dimensione europea, sia nazionale e regionale.

In questa prima giornata del congresso sono intervenuti Giorgio Graziani (segretario generale Cisl Emilia Romagna), Giuliano Zignani (segretario generale Uil Emilia Romagna-Bologna) e il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, mentre il sindaco di Bologna Virginio Merola, impossibilitato a partecipare a causa di altri impegni, ha inviato i suoi calorosi saluti. Martedì 20 è previsto l’intervento di Susanna Camusso, segretario generale della Cgil nazionale (ore 12.30) e alle ore 17,30 l’incontro “A 40 anni dalla riforma sanitaria. Per la difesa e il rilancio del diritto universale alla salute” con il professore Francesco Taroni (Università di Bologna). Mercoledì 21 si tiene la relazione conclusiva del segretario confederale Cgil Franco Martini (ore 11), mentre alle ore 15,30 è convocata l’Assemblea generale per l’elezione del segretario generale.

“Il congresso rappresenta un grande esercizio di partecipazione e di democrazia", ha esordito Giove: "Abbiamo svolto in questa regione 10.405 assemblee congressuali, che hanno visto la partecipazione al voto di 139.373 iscritte e iscritti. Noi pensiamo che la democrazia non è solo delega, ma anche partecipazione attiva, confronto, sintesi. Una grande organizzazione di massa, come è la Cgil, ha bisogno, in passaggi come questi, di trarre la propria forza dalla capillarità del proprio insediamento e dalla pluralità delle voci”.

Nel panorama europeo, ha sottolineato il segretario generale, assistiamo "all’alzarsi di muri e al chiudersi di frontiere. Facciamo i conti con un equilibrio mondiale che sempre più si sposta verso regimi autarchici che invocano una assurda omogeneità del popolo e che individuano in altri popoli nemici e minacce”. La crisi globale esplosa nel 2008 “ha agito in profondità, ha reso più insicuri milioni di persone. Le ricette per uscire dalla crisi, suggerite e poi praticate, hanno accentuato processi di impoverimento e di disagio sociale”.

Venendo al nostro Paese, il segretario generale ha parlato della crescita di episodi gravi di intolleranza, razzismo e fascismo, citando alcuni dei casi più emblematici (Aquarius, Diciotti, Riace, Lodi) e sostenendo che “è giunto il momento di promuovere, insieme alle tante organizzazioni e associazioni con le quali abbiamo condiviso molte iniziative, una mobilitazione nazionale antirazzista”. Il giudizio sul governo Lega-Cinquestelle è netto: “Sul concetto di democrazia, sul valore della Costituzione, sull’antirazzismo e sull’antifascismo non si può essere neutrali, perché c’è una prospettiva ideale e valoriale che ci pone davvero molto distanti dal governo gialloverde”.

Per Giove, però, l’assetto politico e di governo del Paese "sono il frutto anche di come si è governato in questi anni". Il Pd ha una "responsabilità enorme”, ha spiegato, citando “il colpo mortale allo Statuto dei diritti dei lavoratori, il Jobs Act, la cosiddetta ‘buona scuola’, la sbagliata e pericolosa riforma costituzionale, a colpi di maggioranza, fino all’epilogo referendario”. Il segretario generale della Cgil Emilia Romagna ha poi rivendicato l’autonomia della Cgil, che “ci impone un giudizio di valore e poi lo stare al merito dei provvedimenti e dell’azione di governo”, denunciando "l’assenza di una idea di sviluppo del Paese, di politiche industriali, investimenti pubblici e privati per creare occupazione”. Riguardo alla legge di Bilancio, Giove ha rimarcato che “siamo di fronte a una manovra che vorrebbe dare risposte alle tante promesse fatte in campagna elettorale, ma che ovviamente non può farlo, così si sfumano i contenuti del reddito di cittadinanza e della quota 100”.

L'esponente sindacale, in particolare, ha posto l’accento sul tema delle infrastrutture. “Perché si bloccano investimenti importanti in questa regione? Perché non è più una priorità l’intervento sul nodo autostradale di Bologna? Perché rimettere in discussione la Campogalliano-Sassuolo e l’investimento su Rubiera? Perché fermare la Cispadana?", si è chiesto: "Se una cosa si fa perché serve, noi poi siamo abituati a farla per davvero. Quindi invito il governo e il ministro Toninelli a non assumere decisioni unilaterali, perché queste non sarebbero solo poco rispettose dei livelli istituzionali, ma sarebbero uno schiaffo a una comunità abituata a discutere, a ragionare e a fare”.

Tornando alla situazione politica italiana, Giove ha spiegato che “non spetta alla Cgil ricostruire la sinistra in questo Paese. È però una responsabilità della Cgil custodire i valori della sinistra e farli vivere”. Da qui il passaggio al tema dei diritti civili, dove si stanno facendo “passi indietro. Quale concetto di famiglia ha il ministro Fontana? Perché si continua a mettere in discussione la 194?”. In Emilia Romagna, ha ribadito, “bene abbiamo fatto a sottoscrivere accordi per il contrasto alle violenze di genere nei luoghi di lavoro”.

Avviandosi verso la conclusione, il segretario uscente ha richiamato le tante battaglie che hanno visto impegnata la Cgil regionale negli ultimi anni. Sul tema della legalità, contrasto al caporalato e false cooperative: il processo Aemilia; il primo maxiprocesso alla criminalità organizzata nel Nord Italia, a Reggio Emilia, con la costituzione di parte civile di Cgil regionale, di Reggio Emilia e Modena, unitariamente con Cisl e Uil dell'Emilia Romagna; il protocollo per la legalità nella ricostruzione post sisma del 2012; la legge regionale per la legalità negli appalti, frutto del Patto per il lavoro e dei tanti accordi e protocolli sottoscritti in regione. Il segretario si è anche soffermato su “quanto accade nella filiera delle carni” (caporalato, false cooperative, evasione fiscale e contributiva, orari di lavoro massacranti).

Luigi Giove ha poi ricordato che “gli appalti sono la frontiera della contrattazione inclusiva. Nel sistema pubblico locale e regionale abbiamo fatto una buona contrattazione sugli appalti, in termini sia di legalità e qualità, sia di garanzie e tutele del lavoro” (protocolli Atersir su raccolta rifiuti e servizio idrico integrato, protocollo per gli appalti in sanità sottoscritto con l’assessorato alla Sanità della Regione, accordi sul trasporto pubblico locale e con l’Università). “Per noi - ha aggiunto - la contrattazione è il perno dell’attività sindacale in tutte le sue forme, dalla contrattazione di categoria nazionale e di secondo livello, alla contrattazione sociale e territoriale, alla contrattazione per lo sviluppo”. E ha concluso descrivendo il Patto per il lavoro regionale come “declinazione del Piano del lavoro della Cgil nazionale. Per noi ha rappresentato e rappresenta un modello di relazioni e una visione keynesiana delle politiche di sviluppo, partendo dall’idea che il pubblico svolge un ruolo propositivo e propulsivo sulle politiche di sviluppo di un territorio”.