La vita spesa a fare la spesa non basta. Dobbiamo imparare a farla la spesa. Questo ci manda a dire Pasquale De Vita, Presidente dell’Unione Petrolifera Italiana. Per questo impavido signore siamo pigri, incapaci di comprare al meglio e via di questo passo. Non ha tutti i torti. Tutti i torti no. Qualcuno si: almeno due.

Il primo: che il capo della lobby scarichi d’imperio la sua responsabilità sulle inefficienze della distribuzione e dei “distributori” e non dica nulla invece dell’accusa di fare “cartello” comminandoci i prezzi più alti d’Europa. E’ il caso allora di dire noi, anzi di fare noi: “una lobby più potente delle altre” per esempio. Una lobby la cui potenza si mostra con i voti elettorali; ad occhio e croce circa 48 milioni. E se per poter avere quei voti i politici dovranno contrattare una revisione delle accise; i petrolieri, per farci rifornire, sul loro cartello dovranno scriverci il ribasso del prezzo dei carburanti.

Il secondo torto poi ha dell’imperdonabile, riguarda la nostra azione di consumo. Il nostro lavoro non si esplica, come sembra credere il De Vita, nel cercare sul mercato il prezzo più basso: se tra il benzinaio Tizio e il benzinaio Caio c’è una differenza del 6% nel prezzo dei carburanti andiamo da Tizio e, costringiamo Caio, ad abbassare il suo. Tizio però, vedendo aumentare la Domanda, alza il prezzo e così siamo daccapo. Nossignore! Dobbiamo agire perché il prezzo, di tutti, si riduca. Qui sta il nostro lavoro, questo sarà il nostro guadagno.
Eggià, se riscoprissimo, di tanto in tanto, il camminare come azione strategica, economica, fors'anche salutistica; se utilizzassimo, seppur con parsimonia, il trasporto pubblico e facessimo tesoro del car-sharing e se, non sia di troppo disturbo a lorsignori, reclamassimo un aumento delle stazioni di servizio, tutto questo inciderebbe sulla domanda; potremmo modularla a nostro piacimento .

La gestione tattica dell'intero spettro della nostra azione di Consumo: il percorso dalla prodigalità all’avarizia, così come l'impiego delle tecniche del mordi-e-fuggi, faranno il resto. Anzi dovranno darci il resto: un centesimo in meno, nel costo dei carburanti, equivale a un risparmio di 463 milioni di euro l’anno; 2 centesimi a 926 milioni di euro e 4 centesimi a 1,852 miliardi di euro. Vogliano chiamarlo Reddito da Consumo? Possiamo fare di più: visto il ruolo civile delle nostre azioni di Consumo potremmo anche ridurre il costo della bolletta energetica nazionale; diminuire l’inquinamento, salvaguardando l’ambiente delle nostre azioni. .
Insomma, 3 piccioni con 1 fava.

Mauro Artibani
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