"Stiamo assistendo al depotenziamento della funzione delle ispezioni. Ed è un messaggio esattamente opposto a quello che bisogna lanciare. Il nostro problema non è mai stato che non ci sia la moltiplicazione delle presenze di controllo. Il tema è la certezza che ci sia un controllo sistematico. Non dimentichiamo di aver attraversato una lunga stagione in cui i ministeri mandavano agli ispettori circolari nelle quali si spiegava come fare male il proprio lavoro . Ma noi non siamo qui solo per parlare di passato, ma per tracciare un percorso per il futuro”. E' quanto ha detto Susanna Camusso, segretario generale della Cgil in chiusura del convegno organizzato dalla categoria dei pubblici della Cgil, 'Inps. Occhio al futuro - Quale governance per rispondere meglio alla domanda di stato sociale'. Al convegno erano presenti, tra gli altri, il presidente dell'istituto, Tito Boeri, e la leader della Fp, Rossana Dettori.

Noi crediamo - ha continuato Camusso - che farebbe bene anche al sistema delle imprese non avere l'idea che si possa ridurre la potenzialità e l'efficacia dei controlli. Perché in un mondo in cui diventa tutto grigio prevale sempre l'illegalità. Avremmo voluto sollecitare il governo a non pensare soltanto che bisogna continuare a punire il lavoro pubblico, ma a ragionare su ciò di cui si è discusso qui oggi: l'identità e l'orgoglio del lavoro. Dovrebbe essere scontato per chi lavora all'Inps, perché ha in carico la sorte di molti cittadini, però io vorrei aggiungere anche la valorizzazione del lavoro. Perché l'identità e l'orgoglio senza valorizzazione del lavoro non esistono. Se i lavoratori sono inseriti in processi trasparenti diventano un presidio sulla legalità. Se non lo sono, è perché non gli è permesso di capire in quale processo lavorano. I lavoratori, in realtà, sono quelli che conoscono meglio di tutti come funzionano i processi e come debbano essere cambiati”.

“Questa - ha insistito il segretario Cgil - altro non è che la funzione della contrattazione e delle relazioni sindacali. Perché non c'è altro modo perché il lavoro sia riconosciuto collettivamente. Si parla della possibilità di costruire la riorganizzazione dei due istituti. Molti invocano la semplificazione e la chiarezza. In attesa della semplificazione, noi vorremmo occuparci della condizione dei lavoratori. E questo istituto, in questo momento, può essere uno straordinario laboratorio in tal senso. Abbiamo bisogno di fare dell'anticorruzione una pratica quotidiana dell'Inps. Non possiamo che apprezzare il protocollo firmato con l'autorità anti-corruzione. Perché la cronaca ci racconta che dobbiamo prevenire e non inseguire le conseguenze della corruzione. Dobbiamo cambiare le norme sul sistema degli appalti, perché così non funzionano. E non solo per tutelare i lavoratori, ma anche affinché i dirigenti della pubblica amministrazione ora non sono mai certi di non essere infiltrabili in ragione di quelle procedure”.

Sembra - ha poi concluso Camusso - che al parlamento sfugga una caosa chiarissima: che di fatto gli appalti sono uno dei canali di corruzione più evidenti in questo paese. Ogni appalto, in realtà, può essere fonte di corruzione. Ecco perché bisogna essere radicali e riconsegnare all'autorità anti-corruzione la possibilità di agire concretamente. Oggi siamo a un bivio. La contrattazione ci potrebbe permettere di organizzare l'istituto senza la legificazione dei rapporti di lavoro pubblici. Nella pratica, questo modo di fare appare come una cosa antica. La contrattazione, quindi, non deve essere marginale, perché i modello legificato è nato fuori dei luoghi di lavoro. Quando si parla di conservazione o innovazione nella Pubblica amministrazione, si parla di questo. Tornare a quel modello, scegliendo in base al consenso nei confronti della politica è conservazione. Contrattare e discutere sui posti di lavoro è invece innovazione. Il primo messaggio che bisognerebbe lanciare, quindi, è che i lavoratori dell'Inps non sono da tagliare ad ogni legge finanziaria. E che se bisogna ancora razionalizzare, bisogna sanare un paio di ferite aperte: le consulenze e i fuori ruolo, sono i veri vulnus del sistema”.