“Diminuisce l’inflazione ma aumenta il rischio di deflazione e la ripresa si allontana”. A dirlo è il segretario confederale della Cgil, Agostino Megale, in merito ai dati provvisori sull’inflazione armonizzata europea forniti dall’Istat (+1,5% a gennaio). “Si conferma - dice il sindacalista - una depressione della domanda, globale quanto nazionale, e un conseguente contenimento dei costi delle materie prime: soprattutto, petrolio, derivati e quindi energia. Questo rallentamento dell’inflazione non è una semplice disinflazione, ma una vera e propria riduzione generale del livello dei prezzi, causata dalla debolezza dei consumi e dal freno agli investimenti delle imprese”.

Per il dirigente sindacale “l’unico modo per fermare l’accelerazione di questa spirale negativa è una manovra anti-ciclica, come proposto dalla Cgil, basata sul sostegno dell’occupazione, dei redditi da lavoro dipendente e da pensione, degli investimenti delle imprese. Ma il governo, osserva Megale, “sta dimostrando di essere l’anello più debole dell’Unione europea perché, a differenza del resto d’Europa, non investe soldi veri per sostenere il lavoro e per rilanciare il sistema industriale”.

“Decidere di sostenere davvero l’occupazione, infatti, significa investire molte più delle risorse immaginate dal governo sugli ammortizzatori sociali, che funzionano anche da ‘stabilizzatori automatici’ dell’economia”, spiega il segretario confederale della Cgil, che aggiunge: “Riducendo la pressione fiscale sul lavoro dipendente e sulle pensioni si liberano risorse per una manovra espansiva in grado di aumentare il contributo della domanda interna alla crescita del Pil".

Altra richiesta è quella di sostenere gli investimenti delle imprese, che "vuol dire garantire il futuro e l’innovazione". Così conclude Megale: "Senza una manovra anti-recessiva il governo non solo allontana la ripresa ma rinuncia allo sviluppo. Ma di fronte a tutti questi segnali, ovvero deflazione, crollo della produzione, caduta della domanda, aumento della disoccupazione, riduzione dei redditi da lavoro e perdita degli investimenti delle imprese, il governo è assente”.

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