Cosa c'è dietro l'annunciata fusione tra Impregilo e Salini? In questi giorni le cronache economiche dei più grandi quotidiani ne hanno parlato diffusamente, tra notizie, gossip ed interviste ai diretti interessati. Ma cosa ne pensano i lavoratori? Proprio ieri, i lavoratori Impregilo della sede di Milano ne hanno parlato in assemblea, esprimendo forti dubbi sull'operazione e preoccupazioni sul futuro occupazionale del gruppo e ponendo una domanda di fondo: cui prodest? Ne dà notizia la Fillea Cgil che diffonde il testo del comunicato approvato all'unanimità dall'assemblea dei lavoratori.

"Impregilo - si legge - è il principale gruppo italiano nel settore delle costruzioni e tra i protagonisti sul mercato internazionale delle grandi opere idrauliche, aeroportuali, ferroviarie ed autostradali". "Le buone relazioni sindacali a tutti i livelli hanno sin qui consentito, anche nel perdurare della crisi economica, di governare al meglio i cantieri, salvaguardare le esperienze esistenti e di creare nuova buona occupazione con l’inserimento di numerose giovani professionalità a tutti i livelli dell’organizzazione produttiva. Sicuramente buoni risultati che i lavoratori della Sede centrale di Milano apprezzano, auspicando che Impregilo possa continuare a svilupparsi ed a generare valore anche per tutti gli azionisti che continueranno ad avere fiducia nella società".

"Da mesi - prosegue la nota - si apprende a mezzo stampa di un non meglio specificato piano di integrazione tra Impregilo e la Salini Costruttori di Roma che, a detta del proponente e recente nuovo azionista di minoranza Salini, dovrebbe automaticamente 'moltiplicare' gli utili della società e remunerare al meglio tutti gli azionisti. Per quanto sin qui appreso, anche dall’intervista all’azionista Pietro Salini pubblicata sul Corriere della Sera del 15 giugno scorso e nella quale si auspica che il governo conceda 'ombrelli sociali' finalizzati alla gestione di eccedenze di personale in caso di sua assunzione del controllo di Impregilo, nell’assemblea degli azionisti del prossimo 12 luglio, i lavoratori della sede centrale di Milano di Impregilo intendono esprimere la loro contrarietà alla prospettata fusione societaria, memori che in passato tali operazioni hanno sì consentito il salvataggio delle società incorporate in Impregilio, ma a prezzo di pesanti squilibri finanziari nei conti aziendali".

Alla Salini Costruttori "desiderano invece augurare di poter autonomamente crescere e di poter diventare in futuro, al pari di Impregilo, leader in Italia nel settore delle costruzioni anche in concessione delle infrastrutture necessarie allo sviluppo del paese e di poter competere al meglio sulla scena internazionale, anche in mercati diversi da quello africano in cui oggi prevalentemente opera".