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“Oltre alle questioni ambientali, industriali, occupazionali e la richiesta di un intervento di Cassa depositi e prestiti dentro al pacchetto Am Investco come elemento di garanzia e vigilanza, nel corso dell’audizione sull'Ilva alla commissione Lavoro del Senato, abbiamo posto il tema della degli ammortizzatori sociali. Il governo ha approvato un decreto legge che copre i dipendenti Ilva con gli ammortizzatori sociali fino al 2023. Mentre per i 7mila lavoratori di appalto e sub appalto della produzione siderurgica non c'è nessuna copertura. Il governo deve porsi anche questo problema. Nella manovra finanziaria devono essere contenute risorse finalizzate alla continuità degli ammortizzatori sociali per tutti i lavoratori che hanno in scadenza in situazioni di crisi aziendale, a partire da quelli dell'indotto”. Così Francesca Re David, segretario generale della Fiom, nel corso dell'audizione delle organizzazioni sindacali alla Commissione Lavoro del Senato.
La sindacalista quindi prosegue: "Sulla questione dell'Ilva ribadiamo che non conosciamo né il piano industriale, né il contratto di affitto sottoscritto tra i commissari e Arcelor Mittal, né il piano delle bonifiche e relativo utilizzo degli 1,2 miliardi provenienti dalla confisca ai Riva. Si continua a paventare l'esistenza di accordi tra il governo e la società acquirente del gruppo Ilva. ma noi non ne sappiamo nulla". Senza elementi di conoscenza diretta, dunque, non ci sono le condizioni per riaprire la trattativa.
"Siamo di fronte ad una trattativa opaca - a suo avviso -, le organizzazioni sindacali non hanno gli elementi di analisi necessari per poter portare avanti il tavolo. Chiediamo al governo che vengano forniti con urgenza alle organizzazioni sindacali i contenuti di questi eventuali accordi”.