Precari, collaboratori a progetto, stagisti, praticanti, false partita iva e via così. L'elenco del precariato - si sa - è ben lungo. E anche se qualcosa negli ultimi tempi si sta muovendo, la battaglia contro il lavoro sottopagato (quando non addirittura gratuito) è ancora lontana dal concludersi. A fare il punto sono i "Giovani non+disposti a tutto" della Cgil, che prendono in esame tutte le tipologie di impiego atipico ricordando qualche successo e i passi ancora da compiere.  

"La legge sull’equo compenso per i giornalisti pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n.2 del 3-1-2013 - si legge nella nota dei giovani - è un grande risultato, conquistato innanzitutto grazie alla mobilitazione continua e determinata delle reti di giornalisti precari e freelance". Ma le prime vittorie non arrivano solo nel campo dell'editoria. "Dopo le nostre mobilitazioni, il Parlamento ha inserito nell’allora proposta di legge Fornero l’equo compenso per i collaboratori a progetto, recentemente confermato anche dalla circolare del ministero del Lavoro".

La legge 92 all’art. 63 demanda infatti ai contratti nazionali la determinazione del corrispettivo per i lavoratori a progetto, che non deve essere inferiore ai minimi salariali previsti per i lavoratori dipendenti con mansioni equiparabili. Quindi, per loro (non per le prestazioni a partita iva o altre tipologie simili) la norma è molto chiara, seppure il suo rispetto appare non scontato. "Diventa determinante l’impegno già assunto dalla Cgil di regolamentare il corrispettivo dei collaboratori a progetto nei contratti nazionali di lavoro e provare a estendere simili norme anche alle altre figure, compresi i prestatori d’opera a Partita Iva".

C'è poi l’odissea di stagisti e praticanti. "Per i tirocinanti - ricordano i Giovani non + disposti a tutto -, la legge 92 introduce un'indennità a titolo di rimborso spese, la cui entità viene determinata da Linee guida emanate dalla Conferenza Stato Regioni. Questa indennità dovrebbe essere di 400 euro secondo quanto trapela dalla Conferenza Stato Regioni (ma aspettiamo di vedere il testo prima di cantare vittoria). E anche fosse confermata, tutte le Regioni dovranno approvare leggi coerenti per dare corso alla norma, un iter lungo e periglioso".

Anche sui praticanti s'è visto di tutto. Prima una norma nel 2011 che introduceva il principio dell’equo compenso, poi la marcia indietro nella legge sulla professione forense approvata in extremis dal Senato. Tutto questo mentre il contratto nazionale degli studi professionali siglato a novembre del 2011 introduceva l’impegno a regolamentare le condizioni contrattuali di praticanti, collaboratori e partite iva. "Il tavolo è entrato nel vivo nelle ultime settimane e la Filcams Cgil è determinata nell’introdurre un equo compenso per tutte queste figure. Per rafforzare il negoziato e coinvolgere i professionisti del settore nel maggio 2012 è stata lanciata la campagna www.conilcontratto.it promossa dal sindacato e dalle realtà di praticanti e professionisti già organizzati".

"La battaglia per bandire il lavoro gratuito e sottopagato - conclude la nota - inizia a dare i primi frutti, ma ancora molto c’è da fare per riconquistare un diritto a garanzia della dignità del lavoro, della sua autonomia e libertà. Per affermare nel concreto questo diritto la legge da sola non basta: i contratti nazionali di lavoro su questo punto devono valere anche per i lavoratori non dipendenti, affinché non esistano più scuse e si possa affrontare concretamente la quantificazione del compenso per tutte le figure. Perché la giusta paga sia un diritto di tutti".