Sono tante le crisi e le vertenze in atto in Liguria. I sindacati dei metalmeccanici, la scorsa settimana, hanno lanciato l'allarme sull'occupazione, in particolare nella provincia di Genova. “È un'emorragia che non si ferma. Secondo l'ufficio studi della Cgil, dal 2009 al 2015 l'industria in senso stretto ha perso 7000 posti di lavoro, mentre nei primi sei mesi del 2016 si sono perse in cig quasi di 3 milioni di ore di lavoro”. Lo ha detto Bruno Manganaro, segretario generale della Fiom di Genova, ai  microfoni di Vertenze in primo piano su RadioArticolo1

A Genova ci sono molte vertenze pronte ad esplodere a settembre. “Il 28 luglio – ha continuato Manganaro - siamo convocati a Roma per la Piaggio aereospace. È l'ennesimo processo di ristrutturazione di questa azienda, presente a Genova e a Villanova d'Albenga, e sempre più in crisi. Già qualche anno fa, accettammo un accordo per il suo ridimensionamento, e Genova pagò un prezzo oltre il quale non si può andare. Ora invece l'azienda annuncia di voler dimezzare gli attuali organici e quindi di mettere in discussione l'accordo. Il governo ne è responsabile, visto che il testo fu firmato dal ministero dell'Industria”.

E poi c'è l'Ilva, un problema nazionale, anche se a Genova c'è da rispettare l'accordo di programma. “Anche in questo caso, l'accordo – ha detto il sindacalista - dice che bisogna garantire l'occupazione e il reddito, ma il 30 settembre scadono il contratto di solidarietà e i lavori di pubblica utilità. Anche qui il governo, che è il primo firmatario, deve garantire la prosecuzione dell'ammortizzatore sociale e i soldi per i lavori di pubblica utilità. Dobbiamo  garantire il reddito, quindi speriamo di non arrivare l'ultimo giorno senza certezze, altrimenti lotteremo come abbiamo sempre fatto.” 

Accanto a queste due vicende simbolo, però ci sono molte altre vertenze aperte che fanno di Genova uno specchio della situazione di crisi del paese intero. “Perché Genova – ha concluso Manganaro - è una grande città industriale del Nord e nonostante tutti questi processi di ristrutturazione lo rimane. È anche per questo che c'è grande rapporto con la cittadinanza, che ha sempre partecipato solidale alle proteste che sono state messe in campo. I cittadini hanno capito che quando si difende il lavoro, si combatte per  il futuro di tutti. Perché Genova senza industria non ha un futuro, è una città che muore”.