La sconfitta di Berlino irrita la Fiat e il suo ad Sergio Marchionne, che da Montreal, allontanatosi il più possibile dalle ferite europee, descrive il negoziato sulla Opel come “una soap opera”, aggiungendo poi che “la vita va avanti”. Lo scorno del formidabile manager Fiat è palpabile: a suo parere, e di molti, nella scelta dell’acquirente di Opel è stata scartata l’offerta sorretta dal progetto industriale più credibile e serio (l’offerta Fiat), per privilegiare il contendente più forte sul piano politico, la Magna che aveva alle spalle la Russia di Vladimir Putin e le mediazioni dell’ex cancelliere Gerhard Schröder, convertitosi in mediatore politico-economico di grande influenza sull’asse Berlino-Mosca (tra le diverse cariche ricoperte dall’ex leader della Spd, spicca la presidenza del comitato degli azionisti del Nord Stream, gasdotto controllato dalla russa Gazprom).
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Fusione Opel-Magna, quando decide lo stato / il punto
30 maggio 2009 • 00:00