"I numeri dell’Istat rappresentano un’incognita in più sulle aspettative di ripresa. Dopo i timidi segnali positivi dello scorso anno, caratterizzato da una crescita progressiva degli occupati che durava dal 4° trimestre del 2015, questa battuta d’arresto è la conferma, purtroppo, che il tessuto economico e produttivo della nostra regione risente ancora della crisi, soprattutto in comparti come l’edilizia e gli appalti".

Il segretario generale della Cgil Fvg Villiam Pezzetta commenta così i dati diffusi oggi dall’istituto di statistica, che registrano purtroppo, dopo cinque trimestri consecutivi di crescita, una riduzione di oltre 2mila unità rispetto alla precedente rilevazione, relativa agli ultimi tre mesi del 2016, che riporta il totale degli occupati sotto quota 500mila. "Pur evidenziando un incremento tendenziale rispetto al dato del 1° trimestre 2016 e un positivo andamento dell’occupazione femminile – dichiara ancora Pezzetta – queste cifre confermano che non esistono le condizioni per una significativa inversione di tendenza del quadro economico e occupazionale. Né deve trarre in inganno la discesa del tasso di disoccupazione sotto il 7%, legata non a un incremento dei posti di lavoro, ma a una sensibile contrazione dei cosiddetti attivi".

Da qui l’appello che il numero uno della Cgil Fvg lancia anche alla Regione, a margine del convegno su transfrontalieri e migranti, organizzato a Trieste dalla Confederazione europea dei sindacati. "Sappiamo – dichiara ancora Pezzetta – che il lavoro non si crea per legge, tantomeno se si tratta di leggi che incentivano il lavoro povero come quella con cui il Governo vuole reintrodurre i voucher. La mano pubblica, però, può svolgere un ruolo molto importante per far ripartire l’economia e l’occupazione, anche a livello regionale. Dopo il positivo ruolo svolto dalla Giunta sul fronte delle politiche difensive, dalla gestione di molte difficili crisi aziendali all’impegno sugli ammortizzatori, adesso è necessario intensificare gli sforzi sul versante delle politiche economiche ed industriali, della formazione e della riqualificazione professionale, con l’obiettivo di cominciare a recuperare almeno una parte dei 20mila posti di lavoro persi dall’inizio della crisi".