“A distanza di due settimane dall'ultimo incontro presso il ministero dello Sviluppo economico, la Franco Tosi ha ufficializzato la richiesta di un periodo di cassa integrazione straordinaria per 12 mesi, oltre a 47 licenziamenti sui 177 lavoratori oggi occupati. Richiesta che arriva peraltro dopo un periodo di 52 settimane di cassa integrazione ordinaria che terminerà nei prossimi giorni”. A dirlo è Mirco Rota, segretario della Fiom Cgil nazionale, ricordando che il 5 novembre scorso il ministero aveva demandato, presso la sede di Regione Lombardia, la continuazione del confronto sindacale con “l'obiettivo del mantenimento del perimetro aziendale e occupazionale dell'azienda”, in coerenza con quanto dichiarato nell'incontro ministeriale del 29 marzo 2019 (“il vicecapo di gabinetto, ingegner Giorgio Sorial, ha sottolineato che rispetto agli ultimi incontri si registrano dei progressi nella soluzione della complessa vicenda aziendale. Ha concluso la riunione invitando la società e le organizzazioni sindacali a un confronto continuo al fine di salvaguardare il livello occupazionale e l’attività produttiva”).

“Adesso tutto questo è messo pesantemente in discussione e il ministero non può far finta di non vedere quello che rischia di accadere”, prosegue Rota: “Anche perché ci risulterebbe che l’autorizzazione alla vendita di un'area ridotta sarebbe stata disposta dal ministero, assumendosi così la responsabilità di quanto sta accadendo e contraddicendo nei fatti le dichiarazioni fatte in sede di incontro”. La procedura avviata è inoltre “in netto contrasto con l'accordo sindacale del giugno 2015, sottoscritto sia da Regione Lombardia sia dal ministero, anche se negli anni l'azienda ha continuato in modo persistente a non volerlo applicare. Più volte il Tribunale di Busto Arsizio ha dovuto sanzionare l'azienda rispetto al tema del frazionamento aziendale, garantendo il reintegro dei lavoratori”.

Con questo atto l'azienda di Legnano (Milano) “punta a perseguire esclusivamente i propri interessi, a discapito di un progetto di rilancio delle attività industriali e con una forte diminuzione degli occupati, tutto questo anche a seguito della procedura di vendita di area ridotta che in questi mesi come Fiom abbiamo sempre contestato”, conclude il segretario nazionale: “Una vendita che risponde agli interessi della proprietà scaricando sui lavoratori pesanti conseguenze. Come Fiom, insieme ai lavoratori, valuteremo tutte le iniziative necessarie per impedire questo scempio industriale ai danni di chi ci lavora”.