“Garantire il diritto alla salute come diritto di cittadinanza costituzionalmente sancito, vuole dire aggredire oggi diverse criticità legate alla politica degli ultimi anni di tagli lineari e di ‘patti per la salute’ che hanno fortemente penalizzato il SSN e gli stessi operatori senza tralasciare sprechi e diseconomie”. Ad affermarlo in una nota è Anna Canzanella, segretaria provinciale della Fp Cgil Sanità di Napoli, che analizza la situazione del servizio sanitario regionale.

“Quanto è accaduto è sotto gli occhi di tutti – scrive la segretaria Fp - La riduzione drastica della spesa a partire dal 2007 ha prodotto nel pubblico una insopportabile contrazione di circa 15.000 unità di personale a causa del blocco del turn over, un precariato diffuso, la chiusura di servizi territoriali e ospedalieri, la soppressione di migliaia di posti letto per acuti, lo smantellamento dei servizi psichiatrici, l'aumento delle barelle, delle liste di attesa e della migrazione extra regionale. A tutto ciò – insiste la sindacalista - si è aggiunta l'assenza di una corretta contrattazione decentrata necessaria per sostenere il miglioramento delle condizioni di lavoro e dei servizi assistenziali”.

Uno scenario questo destinato, secondo la Funzione Pubblica della Cgil, a peggiorare a seguito dell'entrata in vigore, lo scorso 25 novembre, della legge 161/2015 che ripristina la normativa europea sul giusto orario di lavoro. “La mancanza di programmazione e di una concreta progettualità, che finora ha caratterizzato la politica sanitaria della Regione Campania – continua Canzanella - sta di fatto trasformando un provvedimento che tutela la salute dei lavoratori e l'appropriatezza delle prestazioni, in un rischio ulteriore per l'assistenza”.

Infatti, sottolinea la Fp, mancano all’appello circa 6000 infermieri e altrettante figure del comparto necessarie alla copertura dei turni nel rispetto della direttiva europea e per assicurare i livelli minimi assistenziali.

“Carenza che aumenta – prosegue la segretaria - se si vuole realizzare anche il modello di assistenza integrata ospedale-territorio disegnato col Patto per la salute”. Secondo la Fp, a pesare, in particolare, sono le situazioni create dal blocco del turn over, dalla mancanza di aggiornamento degli organici di almeno dieci anni e da un’organizzazione che sconta ancora vecchi modelli ospedalocentrici.

“Noi continuiamo a sostenere che ogni deroga alla legge in questione al di là delle sanzioni economiche previste non è solo a danno dei lavoratori ma anche dei cittadini – si legge ancora nella nota della Fp - Siamo convinti che serva uno sforzo organizzativo ed economico affinché la salute non sia solo un proclama scandito a orologeria, ma un diritto concretamente esigibile nel quotidiano delle persone che per necessità entrano in contatto con quella macchina complessa che è il servizio sanitario pubblico”.

“Come Cgil siamo da sempre impegnati in questa battaglia che va ripresa e rilanciata aprendo una vertenza salute a tutto campo indicando priorità e metodi per un confronto serrato a partire dalla struttura Regionale”, conclude Canzanella.