Dal primo gennaio prossimo il Corpo forestale verrà assorbito da Carabinieri. È quanto scritto nel decreto attuativo della riforma della pubblica amministrazione relativamente alle forze di polizia. Un insieme di misure che, spiega il governo nella relazione tecnica, permetterà un risparmio dal 2016 al 2018 di 126 milioni di euro (e di 58 milioni a regime). “I risparmi sono tutti da dimostrare” commenta il segretario nazionale della Cgil Funzione pubblica Salvatore Chiaramonte: “Piuttosto ci sarà sicuramente un'impennata dei costi, almeno nel breve termine, visto che si dovranno ridipingere le macchine, omologare le divise, procurare nuove attrezzature”.

Il decreto, approvato dal Consiglio dei ministri e ora in attesa di ricevere i pareri del Consiglio di Stato e delle commissioni parlamentari competenti, stabilisce che entro 30 giorni dall’approvazione (che presumibilmente avverrà in primavera) il Corpo forestale dovrà individuare l'amministrazione presso cui transiterà ogni lavoratore, tenendo conto di alcuni criteri (servizi e attività svolte, specializzazioni possedute). Secondo la tabella allegato al decreto, i forestali sono 7.781: di questi, 7.034 andrebbero a finire nei Carabinieri, 390 nei Vigili del fuoco, 184 nella Guardia di finanza, 126 nella Polizia di stato e 47 al ministero delle Politiche agricole.

“La possibilità di optare per passare ad altre pubbliche amministrazioni è puramente teorica” riprende Chiaramonte: “Per la modalità previste non si realizzerà, visto che comporterebbe un allontanamento dalla sede di origine, un probabile demansionamento, una riduzione della retribuzione e il rischio di cadere nel meccanismo della mobilità nella ‘versione Brunetta’, ossia due anni in disponibilità con l'80 per cento dello stipendio e poi fuori”. Più in generale, il segretario nazionale della Cgil Funzione pubblica rimarca “i problemi d’incostituzionalità del decreto, data la militarizzazione forzosa di circa 7 mila forestali, che comporta anche la perdita di libertà personali”. Per questo motivo, conclude Chiaramonte, abbiamo affidato “la questione a un pool di legali, per agire con ricorsi in ambito sia nazionale sia europeo”.