Scendono in piazza domani i lavoratori di Fincantieri e dell’indotto di Palermo. Uno sciopero, proclamato dalla Fiom, con un sit-in davanti alla Prefettura a partire dalle ore 9, per chiedere il rinnovo del contratto integrativo e per denunciare al prefetto di Palermo la situazione drammatica del cantiere del capoluogo siciliano, dove l’attività delle due principali officine sta per concludersi e non si prospettano nuovi carichi di lavoro da metà giugno in poi. Un quadro che ha assunto tinte ancora più fosche, dopo il taglio dell’emendamento all’Ars, durante la discussione della Finanziaria, che assegnava 15 milioni (ex fondi Espi) alla realizzazione del bacino di carenaggio da 80 mila tonnellate. “Chiediamo al prefetto di intervenire tempestivamente con le istituzioni. Non vorremmo trovarci a luglio di nuovo con gli ammortizzatori sociali nella più grande azienda della città”, dichiarano il segretario della Fiom di Palermo, Angela Biondi, e Francesco Foti, Rsu Fiom di Palermo.

I lavoratori temono la prospettiva di una nuova ondata di cassa integrazione e il ridimensionamento del cantiere. Lo sciopero sarà di 8 ore e coinvolgerà tutti i turni, ed è stato proclamato solo dalla Fiom. “Da un lato, l’azienda Fincantieri, che continua a ripetere che senza la realizzazione del nuovo bacino non saranno garantiti i livelli occupazionali e il futuro dello stabilimenti. Dall’altro, l’emendamento affossato in aula. Ci ritroviamo in mezzo a una diatriba tra le istituzioni, che ci hanno abbandonati, e Fincantieri che ci tiene in sospeso. La Fiom fino a ieri ha chiesto all’azienda: ci ha risposto che non abbiamo altri carichi di lavoro. La prima officina, dove si compongono i pannelli per realizzare i blocchi delle navi, ha visibilità di lavoro sino a fine maggio. E l’officina tubisti, dove si realizzano i tubi per montarli poi a bordo, fino a metà giugno. Tutto questo, mentre sappiamo che Fincantieri ha un pacchetto di ordini che darà lavoro fino al 2020 a tutti i siti italiani. Solo Palermo è rimaste esclusa dal circuito produttivo. A tutto ciò, si aggiunge il contratto integrativo che Fincantieri ha disdetto. I lavoratori hanno il salario decurtato: perdono circa 3.500 euro l’anno, l’ammontare dei premi di efficienza, produttività, programma", denunciano i due sindacalisti.