Oggi, a Venezia, si è svolta l’iniziativa della Filctem Veneto: "Industria 4.0 modello culturale o modello industriale?". Il convegno è stato introdotto dal segretario della Filctem regionale, Stefano Facin: “Noi oggi iniziamo ad interrogarci sul tema del 4.0 per intraprendere un percorso fatto per capire, fare e gestire questo mutamento e per programmare un punto d’arrivo. Perché o siamo di fronte a un nuovo modello industriale o, come penso io invece, siamo di fronte ad una svolta di tipo culturale con inevitabili ricadute di natura sociale”.

Fortissima è stata la partecipazione all’attivo regionale delle delegate e delle delegati, e relatrici come Annalisa Magone e Tania Toffanin hanno presentato, all’interno dei lavori, punti di vista nuovi e alternativi sull’industria 4.0.

Alessio Gramolati, responsabile coordinamento politiche industriali Cgil, ha posto una riflessione: “È evidente che siamo di fronte a un cambio di paradigma, piuttosto che dividerci tra apocalittici e tecnottimisti dovremmo decidere come governare questo cambiamento. È una sfida per tutti, per i governi, per le classi dirigenti e per le opinioni pubbliche di tutti i paesi del mondo. La Filctem Veneta ha accettato questa sfida, ha un valore in sè, ma è particolarmente significativo che lo abbia fatto, qui e ora, alla vigilia del G7 su industria, scienze e lavoro, che si svolgerà a Torino tra una settimana”.

Ha concluso i lavori Emilio Miceli, segretario generale Filctem, che alla politica del governo sull’industria 4.0 ha replicato: “L'agenda del ministro Calenda è solo un piano d'incentivazione, noi abbiamo bisogno di ben altro”.