“Se sotto il nome di Piano della famiglia va il testo costruito all'interno dell'osservatorio sulla famiglia, e in quella sede sempre contestato dalla Cgil, bisogna dire che purtroppo neanche il governo tecnico ci risparmia i manifesti ideologici. Il piano, se è quello che conosciamo, fu ispirato dal precedente governo e dell'impostazione di quel governo, e del suo libro bianco sul welfare, è il condensato”. E' quanto afferma il segretario confederale della Cgil, Vera Lamonica, in merito al Piano nazionale per la famiglia approvato oggi dal Consiglio dei ministri.

“Per sussidiarietà familiare si intende - osserva - che tutto il peso della cura (anziani, non autosufficienti, bambini, soggetti fragili) andrebbe a carico della famiglia e quindi delle donne e si realizzerebbe un altro pesante arretramento della responsabilità pubblica. Non è dato sapere quante risorse ci sono. Se sono quelle illustrate in Parlamento dal ministro Riccardi sono pochi spiccioli. Il resto sarebbero le risorse europee già riprogrammate dal ministro Barca. E' ora che sulle politiche sociali, di cui il Paese ha un gran bisogno, anche come una delle chiavi per la crescita, si volti pagina: si lascino stare le testimonianze e si provi a vedere come si può ripartire con risorse e piani veri”, conclude Lamonica.