Sarebbe stata costretta a trattenersi per ore, senza il permesso di andare in bagno, restando incollata alla cassa. Poi non ce l?avrebbe fatta più: le colleghe l?avrebbero vista alzarsi piangente e con l?abito da lavoro bagnato. A denunciare il fatto (riportato oggi sull'Unità), che risalirebbe al 2 febbraio scorso, è la Filcams Cgil. Protagonista è una commessa della Esselunga, dipendente della filiale milanese di viale Papiniano, una italo-peruviana di 44 anni, madre di due figli. Secondo la denuncia, la donna, sofferente di cistite (malattia di cui l?azienda sarebbe informata), dopo tre ore alla cassa avrebbe chiesto di recarsi alla toilette. Ma nessuno sarebbe arrivato a sostituirla (?capisco che può sembrare incredibile, ma possiamo lasciare la cassa solo se arriva il cambio? spiega una collega). Dopo un?ora di attesa la donna si sarebbe sentita male, facendosi la pipì addosso. Avrebbe poi chiesto di tornare a casa per cambiarsi ma sarebbe stata costretta a rimanere alla cassa per altre quattro ore, fino alla fine del turno. Al pronto soccorso dove si sarebbe recata subito dopo le avrebbero diagnosticato un?emorragia e piccole lesioni interne (causate dal suo problema renale e dall?essersi trattenuta a lungo), dandole 15 giorni di riposo. ?Un abuso intollerabile? spiega Sergio Fassina della Filcams Cgil, che accade in un?azienda, la Esselunga del patron Bernardo Caprotti, nota per le relazioni sindacali autoritarie.