“Cambia la Grecia, cambiamo l'Europa”. Il 14 febbraio è la giornata europea di mobilitazione in solidarietà con il popolo e il governo greco in vista dell'importantissimo summit di lunedì prossimo in cui verranno decise le sorti di Atene. “Sarebbe una tragedia se non ci fosse una risposta alle necessità che i cittadini greci hanno indicato. Serve una alternativa alla politica neo-libertista e all'impostazione tecnocratica della Troika che sinora ha portato al disastro sociale”. Così Fausto Durante, responsabile del segretariato Europa Cgil, intervistato nei giorni scorsi da RadioArticolo1: “L'equilibrio europeo già fragile - spiega - questa volta sarebbe messo in gravissimo rischio. Tsipras non mette in discussione i vincoli già presi, ma bisogna mettere la Grecia in condizione di rispettare gli impegni. È nell'interesse di tutti trovare una soluzione”.

A Roma la manifestazione principale, con la parola d'ordine #DallaParteGiusta che circola da giorni sui social network. Tante le organizzazioni che hanno risposto all'appello “Atene chiama”. In prima fila proprio la Cgil. “La decisione di scendere in piazza - sottolinea Durante - fa parte di un percorso che il sindacato di Corso Italia fa da anni, è l'approdo coerente di una politica orientata alla ricerca di risultati concreti. Come sindacati siamo impegnati in una gara che non è di semplice solidarietà, ma ha l'obiettivo far cambiare all'Europa il filo di un discorso che purtroppo è stato interrotto”.

“Saremo in piazza, insieme a tante associazioni e organizzazioni democratiche, - si legge in una nota della segreteria nazionale Cgil - per dire una volta di più che un'altra politica economica e sociale è possibile, che la scelta del rigore e dell'austerità ha fallito e che è tempo che l'Europa cambi verso”. Per il sindacato guidato da Susanna Camusso “servono scelte orientate alla crescita ed alla ripresa dell'occupazione, in modo particolare quella giovanile, attraverso investimenti mirati ed il sostegno alla domanda. L'ampio consenso popolare che il nuovo governo greco ha ricevuto alle recenti elezioni sta a testimoniare della volontà di battere la crisi senza abbattere i diritti delle persone e la loro già difficile condizione economica e sociale”.

Adesioni sono giunte anche da molte sigle di categoria. La Fiom “sostiene lo sforzo del governo greco e partecipa con le proprie proposte alla manifestazione, invitando tutte le associazioni che hanno a cuore il lavoro e la giustizia sociale a essere presenti. Le ultime decisioni della Bce sul debito greco, ampiamente annunciate dalle dichiarazioni del cancelliere tedesco Angela Merkel, rappresentano un atto gravissimo che continua a subordinare il bene di una popolazione e le sue scelte democratiche alle logiche finanziarie e speculative". Per Walter Schiavella, segretario generale Fillea, “la politica dell’austerità ha prodotto milioni di nuovi poveri. In Italia, come in Grecia e negli altri paesi, è ora di cambiare verso, restituendo dignità al lavoro, accompagnando la ripresa con politiche a sostegno dei redditi, creando lavoro di qualità e restituendo un futuro ai milioni di disoccupati sacrificati dalla Troika sull’altare del 3%, che solo nel settore delle costruzioni ha prodotto in Italia il blocco di migliaia di opere e la conseguente perdita di 800mila posti di lavoro”.

Arriva anche l'appoggio della Flai: “Dalla Grecia - dichiara il segretario generale Stefania Crogi - viene vento di cambiamento che va contro le politiche dell'austerità imposte dall'Europa e che fino ad ora non hanno risolto ma bensì aggravato la crisi e la condizione dei lavoratori, dei giovani, dei pensionati. Siamo in piazza per dire che ci può essere un'Europa sociale, promotrice di politiche di sviluppo solidali e di crescita”. E quello della Fp: “Le lavoratrici e i lavoratori pubblici, i loro sindacati, sono stati in questi anni fianco a fianco, in Grecia e in Italia, nella lotta alla follia delle politiche di austerity imposte al popolo greco (così come al Portogallo, all'Irlanda, alla Spagna). I servizi pubblici, la sanità, l'acqua, sono stati subito nel mirino della sperimentazione della Troika e della ideologia neoliberista”.