La casa non è più un bene sicuro, almeno in Italia. Nel terzo trimestre, secondo le stime preliminari, l'indice dei prezzi delle abitazioni acquistate dalle famiglie sia per fini abitativi sia per investimento registra una diminuzione dell'1,1% rispetto al trimestre precedente e del 3,2% rispetto allo stesso periodo del 2011. Lo rileva l'Istat, precisando che il calo tendenziale nel terzo trimestre e' il terzo consecutivo registrato nel 2012, dopo il -0,2% del primo trimestre e il -2,1% del secondo.

Il calo riguarda sia  i prezzi delle case esistenti,
-1,6%, che di quelle nuove, -0,2%. Per le case appena uscite dal cantiere si tratta della prima diminuzione congiunturale dall'inizio del 2010, quando sono cominciate le serie storiche relative. I prezzi delle abitazioni esistenti nel terzo trimestre 2012 registrano invece una nuova e più forte caduta, scendendo del 5,4% su base annua (dopo il -4,1% del secondo trimestre).

Per il Codacons la diminuzione dei prezzi è dovuta "all'effetto Imu e alla crisi. Le famiglie sull'orlo del fallimento e tassati dall'Imu vogliono vendere le loro case, ma per le stesse ragioni non trovano chi le vuole comperare". Inevitabile, quindi, dice il Codacons, "che siano costretti o a svendere le loro abitazioni abbassando i prezzi o, se non sono pressati dai debiti, a tenerle loro malgrado in attesa di tempi migliori. Ecco perché il crollo delle compravendite è per il momento più alto del calo dei prezzi".

"D'altronde - prosegue - quei pochi che vogliono comperare casa non riescono a farlo per via delle condizioni troppo restrittive stabilite delle banche che hanno alzato gli spread, la quota di contanti ed il rapporto rata reddito famigliare. Se prima della crisi bastava che il mutuo fosse pari all'80% al valore dell'immobile, oggi le banche erogano con il 60%. Se prima della crisi bastava che il rapporto rata reddito famigliare non superasse il 30%, oggi ti chiedono un reddito di quattro volte la rata. Per non parlare degli spread superiori al 3% che rendono insostenibili i mutui nel lungo periodo, salvo portabilità".

Per questo, conclude l'associazione dei consumatori, "le banche devono ritornare a fare il loro mestiere, ossia dare i soldi in prestito, cambiando le assurde condizioni per concedere un mutuo, mentre il governo deve abbassare la tassazione almeno sulla prima casa. Altrimenti la difficoltà di accesso al credito e le troppe tasse faranno proseguire la crisi del mattone fino al 2015".