Lo Stato intervenga in economia anche acquistando quote. In una intervista pubblicata il 19 agosto sull'Unità, il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, parla della crisi e delle possibili vie d'uscita a partire dal caso Ilva e dalla fine dell'epoca Marchionne. La Cassa depositi e prestiti potrebbe comprare quote di società, per poi ricollocarle sul mercato a crisi passata. Oppure finanziando direttamente progetti industriali che ci consentano di mantenere in Italia settori fondamentali.

"Sebbene la crisi rischi di farci tornare a linee difensive a livello di singoli Stati - afferma nell'intervista la dirigente di Corso d'Italia - abbiamo una posizione unitaria di contrarietà al fiscal compact a cui hanno contribuito in maniera fondamentale i sindacati di Francia e Germania. Anche senza grande effetto mediatico, la Confederazione europea sta preparando l'appuntamento del 25 settembre a Madrid dove ci ritroveremo tutti per contestare la politica rigorista e per esprimere solidarietà alla Spagna".

Per settembre la preoccupazione è altissima. "Vediamo incombere gravissimi problemi anche tra le piccole imprese e le conseguenze che anche i provvedimenti sbagliati presi nella riforma del lavoro sulla riduzione degli ammortizzatori sociali peggioreranno la situazione. Le scelte del governo sono state solo politiche di rigore e non di sviluppo. Ci continuano a raccontare che il decreto sviluppo e le riforme strutturali daranno risultati negli anni prossimi e invece qua stiamo affondando di mese in mese. Servono provvedimenti qui e ora per difendere quel poco di lavoro che è rimasto e ricominciare a redistribuire reddito, che è l'unica strada per lo sviluppo".

"Ci si deve dire con onestà - osserva ancora Camusso - che paese vogliamo essere. Siamo sempre la seconda economia industriale in Europa: vogliamo rimanerlo? Se sì serve salvaguardare il nostro patrimonio industriale. E, visto che per la crisi investimenti esteri non ce ne sono e molti imprenditori italiani stanno scappando dal paese, io credo che sia meglio decidere che sia direttamente lo Stato ad investire. Ad esempio, attraverso la Cassa depositi e prestiti per comprare quote di società, per poi ricollocarle sul mercato a crisi passata. Oppure finanziando direttamente progetti industriali che ci consentano di mantenere in Italia settori fondamentali".