“Lo Stato si sta dimostrando il peggior datore di lavoro di questo Paese. Il ministro Madia batta un colpo, perché ormai non ci sono più scuse che tengano per rifiutare di incontrare Cgil, Cisl e Uil, che rappresentano il 70% dei laboratori italiani”. Sono state queste le prime parole di Rossana Dettori, segretario Fp, dal palco romano davanti Palazzo Vidoni, nel corso della manifestazione nazionale indetta da Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uil Pa.

I sindacati sono scesi in piazza a più di un mese dalla sentenza della Consulta che ha dichiarato illegittimo il blocco dei contratti, per aprire subito il tavolo per i rinnovi contrattuali del pubblico impiego e cambiare radicalmente la riforma della pubblica amministrazione. Presenti, oltre a Dettori, i segretari generali delle altre federazioni dei pubblici, Giovanni Faverin, Giovanni Torluccio, Nicola Turco. In piazza, anche Susanna Camusso, Carmelo Barbagallo e Annamaria Furlan.

“Da un parte non c'è il contratto - ha continuato Dettori - dall'altra ci sono i tagli lineari. Gli ultimi, quelli sul sistema sanitario nazionale, sono assolutamente inaccettabili. Il governo abbia il coraggio di dire che ha scelto di privatizzare il Sistema sanitario di questo paese, dica ai cittadini che dovranno rivolgersi alla sanità privata, e pagare le cure con le proprie tasche. Però, bisogna che il governo si ricordi che in Italia sono già 10 milioni i cittadini italiani che non hanno le condizioni economiche per pagare i ticket”.

“Per questo - ha concluso il segretario Fp Cgil davanti al Ministero per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione - chiediamo il contratto subito, senza se e senza ma. Oppure settembre sarà un mese molto caldo.” Nonostante la richiesta eslicita da parte dei sindacati, però, il ministro Madia non ha voluto incontrare i segretari generali.

Sul tavolo, tra l'altro, ci sono numerose altre vertenze aperte nei settori pubblici: la riforma del sistema giudiziario e la riqualificazione del suo personale; la riorganizzazione dei Beni culturali, la ridefinizione degli standard funzionali e occupazionali della Croce Rossa; il riordino dei servizi ispettivi e di quelli per le politiche attive del lavoro nei territori; le questioni che riguardano la polizia provinciale e il Corpo forestale dello Stato; l’implementazione delle competenze delle professioni sanitarie e il ridisegno dei percorsi dell’assistenza. E ancora, la continuità dei servizi e dell’occupazione e il riassetto della governance locale; la salvaguardia dei salari accessori del personale di enti in difficoltà finanziarie per cattiva gestione; l’ipotizzato “scippo” del salario di produttività per i ministeriali, la mobilità tra amministrazioni pubbliche e la definizione delle tabelle di equiparazione.

Secondo Federico Bozzanca Segretario Fp, quella romana è stata una giornata “importante, perché mirata a sbloccare una situazione problematica, ma anche a dare una risposta alle persone che rappresentiamo. In questi giorni si stanno chiudendo in Parlamento anche la Riforma della Pa e il decreto per il riordino degli enti locali. Proseguiamo la mobilitazione anche su queste questioni, perché il governo ha danneggiato tanti aspetti del funzionamento dei servizi pubblici”.