Nel 2012 la S.A. Eredi Gnutti Metalli (Egm) acquisisce la Dalmet, storica azienda di Novate che produce nastri e bandelle in rame, ottone, similoro e bronzo, con un sostanzioso pacchetto di clienti. Due anni prima, nel 2010, aveva fatto la stessa operazione con la Ilnor di Venezia. Egm decide di  incorporare la Dalmet  perché il particolare tipo di prodotti della fabbrica alle porte di Milano avrebbe consentito all’azienda di ampliare il mercato. Inizia così la ricostruzione della Fiom Cgil di Milano.

"Tutto bene - scrive il sindacato -, fino a un paio di mesi fa, quando l’intero gruppo dirigente della Egm viene sostituito e l’atteggiamento dei vertici aziendali cambia radicalmente. Fino a quando, attorno a metà maggio, i 23 lavoratori della ex Dalmet scoprono dai clienti che l’azienda ha deciso di cessare l’attività a Novate. Modalità becera a parte, resta la sostanza: EGM chiude una fabbrica che funziona e, almeno a parole, trasferisce i lavoratori nel sito di Brescia (dove, peraltro, è stata attivata la cassa integrazione)".

Nell’incontro che si è tenuto questa mattina in Assolombarda, spiegano le tute blu, "l’azienda ha mantenuto un atteggiamento di totale chiusura nei confronti di qualunque ipotesi alternativa alla cessazione dell’attività e ai licenziamenti mascherati dai trasferimenti. Vista la nuova prassi nelle relazioni sindacali sorge il dubbio che a rischio non ci siano solo 23 posti di lavoro a Novate. Per questo, mantenendo lo stato di agitazione nel sito di Novate,  lavoratori e sindacato hanno scelto di organizzare un incontro con le maestranze delle altre realtà del gruppo per decidere insieme come evitare esuberi e chiusure", conclude.