Nonostante le rassicurazioni date dall’ad Pirelli Marco Tronchetti Provera (“cuore e testa resteranno in Italia”), le sue dichiarazioni alla stampa sull’ingresso in Pirelli della società cinese ChemChina preoccupano il sindacato. “Si continua a far finta di non vedere l'enorme problema politico che viene posto al paese dal riassetto della proprietà di Pirelli. Non è certo il nostro mestiere discutere il come, e cioè il fatto che ChemChina acquisisca prima il controllo di Camfin e solo dopo lancerà l'opa. Sono operazioni legittime di mercato e dunque ci asteniamo dal commentarle”: lo ha detto Emilio Miceli, segretario generale della Filctem-Cgil, commentando le dichiarazioni di Tronchetti Provera apparse oggi sulla stampa.

“Prendiamo atto ovviamente – aggiunge Miceli – delle sue dichiarazioni in merito al mantenimento in mani italiane degli asset fondamentali, ma la cessione di Pirelli non è semplicemente una cessione d'impresa, ma di tecnologie innovative che i cinesi acquisiranno”.

“Il problema – insiste Miceli – non è se Pirelli potrà aggredire nuovi mercati per importanti segmenti della propria produzione, cosa che ovviamente apprezziamo, è che soprattutto diventerà un gruppo russo-cinese. Oltre ad aver favorito una ricomposizione storica altrimenti ritenuta impossibile, qual è la direzione di marcia di questo paese?”.

“Il problema politico è – aggiunge ancora Miceli - nella domanda da indirizzare al premier Renzi e al ministro Poletti, che ancora oggi si esercitava sulla stampa: da Bulgari a Gucci, da Ginori a Loro Piana, da Krizia a Valentino, da Pomellato alla Bottega Veneta, da Breda a Pirelli, per non parlare di un pezzo rilevante del sistema agro-alimentare, che succede all'industria del paese? Quando si vende solo e non si compra mai, ad eccezione di Luxottica; quando non si riesce a trattenere il meglio delle produzioni e delle innovazioni tecnologiche, della creatività e del talento, è il caso – o no - di aprire una riflessione preoccupata?”

“Si può ovviamente – conclude Miceli – ripetere il mantra della contendibilità delle aziende come elemento di dinamismo del sistema industriale. C'è, in questo ragionamento, almeno pigrizia intellettuale. E' in atto in Italia un cambio di paradigma perché operazioni come Pirelli e Breda toccano da vicino il cuore del sistema produttivo del paese. E' questo il problema che abbiamo di fronte seppur circondati dal silenzio dei ministri di riferimento e del Governo stesso. Noi restiamo preoccupati”.