Cgil e Uil di Genova saranno mercoledì 12 dicembre in piazza, alle ore 17 davanti alla Prefettura, per dire “basta al declino di un territorio sempre più povero e in difficoltà”. La manifestazione è stata indetta “per promuovere la crescita sociale ed economica del territorio, di fatto abbandonato alle promesse e alle illusioni di un governo in perenne campagna elettorale”. Per Cgil e Uil le priorità sono lavoro e sviluppo: “Genova non ha bisogno di annunci, ma di fatti concreti, di una svolta significativa per rinascere e per poter crescere. Il crollo del ponte Morandi non solo ha messo in forte difficoltà il tessuto economico e sociale dell'intera città metropolitana, ma ha aggravato le ferite di un territorio fragile, sia dal punto di vista idrogeologico sia per le emergenze infrastrutturali. Abbiamo bisogno di decongestionare Genova e di collegare la Liguria al resto d’Europa per rilanciare un’economia allo stremo delle forze”.

I sindacati chiedono anzitutto di “recuperare tempo e terreno sulle grandi opere infrastrutturali, realizzando presto il Terzo Valico, la Gronda e il nodo ferroviario” e lanciano un appello per “una portualità forte, che deve essere sostenuta attraverso le opere necessarie per competere con gli scali più importanti d'Europa”. Cgil e Uil rimarcano anche la necessità di “un'industria che sia capace di intercettare importanti investimenti per trasformarli in nuove e importanti opportunità occupazionali” e di interventi per il territorio, che “va messo in sicurezza con una concreta lotta al dissesto idrogeologico”.

Servono inoltre maggiori garanzie sul sociale, a partire dalla sanità pubblica, oggi in grande sofferenza, che va resa “più efficace ed efficiente, in particolare nelle zone con maggiore difficoltà a causa del crollo del ponte”. Un ragionamento poi va fatto sull'economia del Tigullio Golfo Paradiso, che “necessita di fondi e di interventi strutturali necessari non solo a ricostruire quanto distrutto nelle aree coinvolte dalle recenti mareggiate, ma anche a garantire il lavoro e l'occupazione, cioè le condizioni minime se davvero si vuole ragionare nell'ottica di sviluppo possibile e rilancio del territorio”. In conclusione, ovviamente, la richiesta di “maggiori risorse da stanziare per Genova, una città martoriata dalle conseguenze del crollo del ponte Morandi”.