Estate e crisi non rallentano il bilancio. Sono 308 le vittime sul lavoro nei primi sette mesi del 2012 contro le 300 dell'anno precedente (+2,7 per cento), mentre nei soli mesi di giugno e luglio sono morte 100 persone. È quanto emerge dall'ultima indagine dell’Osservatorio Vega Engineering di Mestre, le cui elaborazioni, va precisato, rilevano solo gli incidenti mortali nei luogo di lavoro e quindi escludono sia quelli in itinere sia quelli dovuti alla circolazione stradale.

Secondo i dati dell'osservatorio, continuano a definirsi i contorni delle situazioni peggiori nel nostro paese con la Lombardia che conta 41 morti, seguita da Emilia Romagna (40), Toscana (30), Veneto 24, Campania (23) e Piemonte (20). Per incidenza di vittime rispetto alla popolazione lavorativa – si tratta quindi della misurazione del rischio effettivo - è l’Abruzzo a guidare la classifica con un indice di 34,4 contro una media nazionale pari a 13,5. Seguono Trentino Alto Adige e Molise (27,7) e Basilicata (27).

Tra le province Modena guida la triste classifica con 17 decessi da gennaio a luglio. Seconda è Brescia (13, due in più rispetto a fine giugno), terza Salerno con Torino (10). Il più alto rischio di mortalità rispetto alla popolazione lavorativa viene invece registrato a Grosseto (93,5). Poi Modena (55,9), Nuoro (52,9), Pescara (51), Avellino (48,3), Benevento (45,7).

La principale causa di morte registrata dall’Osservatorio è quella provocata da una caduta dall’alto (22,7 per cento delle morti), seguita dal ribaltamento di un veicolo/mezzo in movimento (22,1 per cento); al terzo posto lo schiacciamento dovuto alla caduta di oggetti pesanti dall’alto (17,5 per cento). Ancora in agricoltura il maggior numero di vittime con 37,8 per cento del totale; nel settore delle costruzioni è deceduto il 24,8 per cento dei lavoratori. L’8,1 per cento degli eventi mortali, invece, è stato rilevato nel commercio e nelle attività artigianali, il 6,2 nei trasporti, magazzinaggi e comunicazioni.

Il dettagliato studio tutti i dati sono disponibili sul sito www.vegaengineering.com) continua quindi con la nazionalità delle vittime. Si scopre così che gli stranieri deceduti sul lavoro sono il 12,9 per cento del totale. I romeni i più numerosi. Infine le fasce d’età: più colpite quelle che vanno dai 45 ai 54 anni (77 vittime), quella dei 35 - 44enni (63 morti), degli ultrasessantacinquenni (62). Rispetto alla popolazione lavorativa, l’indice di incidenza più preoccupante è proprio quello degli ‘over 65’ (165); segue il 21,9 della fascia 55-64 e il 12,3 dei 45-54.