“Scongiurare il collasso dell'Istituto Bicocca di Catania, già ampiamente colpito da una incessante carenza di personale”. Lo chiedono in una nota unitaria indirizzata al provveditore dell'Amministrazione Penitenziaria per la Sicilia Gianfranco De Gesù Fp Cgil, Uspp, Fns Cisl e Sappe che auspicano “un intervento specifico sulla redistribuzione degli organici, a tutela dei livelli minimi di sicurezza”.

La richiesta è legata alla reiterata decisione del Provveditore di procedere all'integrazione di personale del Nucleo Traduzione e Piantonamenti provinciale attingendo proprio dal Bicocca attraverso un prelievo, ritenuto dai sindacati "forzato e sproporzionato nei numeri" rispetto all'altro Istituto di Piazza Lanza.

Le quattro sigle sindacali auspicano "la rivisitazione delle aliquote dei rispettivi penitenziari catanesi, poiché la forza contributiva attuale fornita dalla seconda struttura al Nucleo Traduzioni e Piantonamenti provinciale, pari a 37 unità, è considerata, alla luce delle realtà operative del momento, indubitabilmente ed oggettivamente insufficiente rispetto a quella fortemente penalizzante di Bicocca, che di unità ne fornisce 66".

"È stato più volte denunciato con diverse note congiunte - sottolineano ancora Fp Cgil, Uspp, Fns Cisl e Sappe - il rischio che tali decisioni unilaterali di integrazione organica a discapito del Bicocca avrebbero prodotto effetti devastanti sulla tenuta della struttura, attualmente composta da un reparto di 108 unità, di cui ben 42 necessarie a coprire gli insopprimibili posti di servizio".

"Tali esposti - denunciano i sindacati - non hanno avuto alcun riscontro da parte del Provveditore il quale, dinanzi a legittime richieste di intervento urgente, non ha neppure ritenuto di adottare alcuna iniziativa al fine di riequilibrare la redistribuzione degli organici in occasione del recente piano di mobilità nazionale".