"Lo spirito e il metodo messi in campo dal governo li condividiamo. Adesso si tratta di riempire di idee e contenuti 'Casa Italia', facendolo con una serietà e una lungimiranza che in passato, in casi come questo, è mancata”. Così, nei giorni scorsi, Alessandro Genovesi, segretario generale della Fillea Cgil, aveva commentato le prime mosse del governo per il post-terremoto e l'appello del premier ai sindacati, dando la piena disponibilità a contribuire con le proprie proposte. E in effetti ieri (4 settembre) sul tavolo del Governo è arrivato un documento degli edili Cgil, che probabilmente qualcuno ha già cominciato a leggere.

Rassegna Pensi si possa essere ottimisti su “Casa Italia”?

Genovesi Non si tratta di essere pessimisti od ottimisti a prescindere: si tratta di andare a vedere cosa c’è e fare, come sempre, la nostra parte. “Casa Italia” a oggi è un contenitore tutto da riempire. Se però il Governo ci chiama a dare un nostro contributo, allora dico che, almeno nel metodo, ci siamo. Scommettere sulla partecipazione delle forze sociali, economiche e sindacali è sempre un inizio corretto e se l’obiettivo è superare tutti quegli ostacoli e interessi che hanno impedito al nostro paese di dotarsi di una seria politica di prevenzione, allora ci siamo. Quanto e come quel contenitore saprà riempirsi di contenuti e trasformarsi in atti concreti dipende sicuramente dalla volontà del Governo, ma anche dalla determinazione di tutti i soggetti coinvolti. Per questo, abbiamo subito raccolto la sfida, noi ci siamo, pronti a dare il nostro contributo.

Rassegna Prevenzione e qualità del modello di sviluppo, da qui parte la riflessione della Fillea

Genovesi Per noi le politiche per la prevenzione sono tutt’uno con la qualità dei modelli di sviluppo e del lavoro, della loro sostenibilità, sicurezza, qualità. E anche , naturalmente, con la cultura della legalità e della responsabilità, della programmazione e della partecipazione delle comunità. Il territorio è una risorsa pubblica di interesse strategico: un bene comune che deve essere tutelato, mantenuto e valorizzato. Per questo, le vere “grandi opere” di cui ha bisogno il nostro paese sono la tutela e la manutenzione del territorio, la messa in sicurezza antisismica degli edifici, l'efficientamento energetico degli stessi – a partire dagli edifici pubblici – la tutela del patrimonio artistico e culturale. Da questa ennesima tragedia può partire una spinta nuova, per un modello di sviluppo che crei occupazione di qualità, che investa su ricerca, innovazione, sostenibilità e metta al centro la cura del territorio – cioè di noi stessi – delle nostre vite, case, città, scuole, ospedali, imprese. Il senso delle nostre proposte è dentro questa cornice.

Rassegna La parola d’ordine che avete usato nel documento fare sistema. Ci spieghi come?

Genovesi Anzitutto, riguardo all’emergenza, serve una legge quadro che stabilisca una condotta omogenea nel momento dell’evento calamitoso. Non è possibile che la gestione dell’emergenza sia diversa da territorio a territorio. Per questo serve una norma che stabilisca linee di condotta per governare da subito con coerenza, trasparenza ed efficacia le diverse dinamiche sociali, politiche, economiche che coinvolgeranno le comunità colpite. Qui voglio fare un esempio, anche per dare l’idea della concretezza delle nostre proposte: la legge quadro che abbiamo in mente dovrebbe indicare un trattamento base per tutti gli eventi calamitosi cui poi, considerata l’eterogeneità delle diverse situazioni, si possano aggiungere soluzioni più specifiche a livello locale. Mi riferisco a interventi in materia di fisco, contributi previdenziali, ammortizzatori straordinari, metodologie di intervento e di solidarietà in tutta la fase dell'emergenza, definizione degli standard nella fase di ricostruzione, finanziamento, procedure anti-delocalizzazioni di imprese, applicazione dei protocolli esistenti per la prevenzione e il contrasto delle organizzazioni mafiose e criminali (codice antimafia, linee guida Ccasgo, ecc.), anticipazione della liquidità e del credito. Ma occorre fare sistema su tutti i piani: oltre l’aspetto dell’emergenza, c’è quello delle politiche delle risorse, nell’impianto normativo, nella ricerca e innovazione, nel rapporto con le comunità, nel ruolo delle istituzioni locali. Nel nostro documento proviamo a declinare questo principio, con proposte concrete, che vanno dal libretto unico di fabbricato alle detrazioni strutturali e graduali, all’obbligo delle manutenzioni periodiche al rafforzamento dei controlli, agli investimenti per l’innovazione nei materiali da costruzioni, al rafforzamento del Fondo per la prevenzione, solo per citarne alcune.

Rassegna Venendo per concludere al tema della ricostruzione delle zone colpite dal sisma del 24 agosto, quali sono le vostre proposte?

Genovesi Legalità, trasparenza, valorizzazione del lavoro: sono queste le parole intorno a cui ruotano le nostre proposte. Occorre saper attivare eccellenze, da un lato, ma anche prestare attenzione alla manodopera e alle imprese locali, sul modello delle premialità già contemplate come possibilità nel nuovo Codice degli appalti. Servono protocolli di legalità territoriale di ”nuova generazione”, certificazione Soa senza deroghe alle imprese impiegate nella ricostruzione, l'obbligo del Durc mensile-bimestrale e la sua estensione, utilizzo delle white list delle Prefetture. Serve definire una contrattazione d'anticipo per i cantieri complessi, l'attivazione di protocolli con le Dpl, Asl, Inps e Inail per il potenziamento del ruolo della prevenzione e della formazione; serve un potenziamento del ruolo e delle funzioni dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, l'obbligo del versamento della Cassa Edile-Edilcassa nella provincia colpita in luogo delle province di provenienza delle imprese, per monitorare il flusso degli operai e dei soggetti imprenditoriali impegnati.

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