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“Apprendiamo con grande meraviglia da un articolo de La Gazzetta del Mezzogiorno di oggi (9 febbraio) alcune dichiarazioni da parte di esponenti politici che rilevano, a loro dire, la presenza di una forte azione ispettiva, registrata in questi mesi, che in attuazione alla Legge 199/2016 sul caporalato, sta colpendo molte aziende agricole”. A scrivere è la segreteria della Flai Cgil Bat che commenta così un intervento comparso oggi sulle pagine del quotidiano locale.
“Purtroppo - prosegue il sindacato - la nostra meraviglia, è che si amplificano e si falsificano dati assolutamente non veritieri, in quanto a noi risulta che siano inesistenti le azioni ispettive attivate in questi mesi in virtù anche del fatto che il Ministero non ha ancora emanato precise disposizioni attuative in merito, ed in particolar modo, agli indici di sfruttamento, nonostante l’imperversare di illegalità e di violazioni contrattuali presenti nelle campagne”.
Per la Flai Cgil, invece, "questa campagna mediatica sostenuta da alcune forze ‘nostalgiche’ è solamente strumentale e tesa a modificare gli orientamenti nazionali per rendere inefficaci gli strumenti repressivi quali la messa in discussione degli UNIMES e degli indici di sfruttamento affinché nulla si modifichi e tutto resti come prima in una chiara visione gattopardesca”.
“Inoltre - conclude il sindacato - queste posizioni in assenza di azioni ispettive ad oggi di merito mettono in evidenza una precisa posizione preventiva delle aziende che risentono il senso di colpa di essere pervasi da forme di illegalità, per tentare di bloccare l’azione di contrasto nel nome del libero arbitrio e nel nome dell’impresa come mero feticcio ideologico, perpetrando, invero, una chiara discriminazione e operazione di dumping verso le tante aziende serie che hanno scelto la qualità del prodotto e del lavoro come sfida del mercato e non la compressione delle regole e del diritto del lavoro”.