"L'avvio della campagna elettorale ci regala la prima chicca: abolire il canone Rai. L'idea dell'abolizione del canone Rai corrisponde a un'antica logica di stampo liberista che consegna la produzione televisiva esclusivamente alle logiche del mercato pubblicitario". A dirlo è la segreteria nazionale della Slc Cgil, sottolineando che "da qui alla privatizzazione della Rai la strada è segnata. La Rai è la più grande azienda di produzione culturale del Paese e deve rimanere servizio pubblico".

Per il sindacato dei lavoratori della comunicazione sarebbe invece "segno distintivo di una politica alta sottrarre la Rai a trite pratiche spartitorie, e sarebbe molto utile che la politica si interrogasse sullo sviluppo del sistema dell'informazione e della comunicazione a fronte delle nuove piattaforme tecnologiche e delle opportunità offerte dalle reti di telecomunicazioni di nuova generazione". Per la Slc-Cgil, in conclusione, è ora di "strutturare l'impianto di riforma organica del sistema di comunicazione di cui il Paese ha estremo bisogno, e che comprende le nuove piattaforme tecnologiche, la televisione generalista, la carta stampata e il mercato pubblicitario".